Meditazioni

"Egli doveva risuscitare dai morti"

 

I racconti evangelici della Risurrezione sono veri. Gesù Cristo ha vinto la morte divenendo "IL VIVENTE",  colui che vive per sempre. Se vive per sempre io devo trovarlo, devo toccarlo con mano, altrimenti non é il  "VIVENTE"

 

 

di Vincenzo La Gamba

La Pasqua è, cari amici lettori, l'evento di grande importanza per noi milioni di cristiani sparsi nel mondo. La festività della Pasqua é la celebrazione del trionfo della vita sulla morte. La  risposta sta nel fatto che Gesù risorge dai morti ed é attraverso questo miracolo che si basa la nostra religione cattolica cristiana.  Altre religioni non condividono ciò, per cui é necessario stabilire parametri di credibilità rispetto a tesi di incredibilità.

Quali garanzie abbiamo noi della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo?  Crediamo fermamente noi che si tratti di un fatto oppure suggestione?

La risposta che ho trovato più tangibile é quella formulata dal Prof. José Miguel Garcia, insigne storico dell'Università Complutense di Madrid, che ha detto esplicitamente: "I racconti evangelici della Risurrezione sono veri. Gesù Cristo ha vinto la morte divenendo "IL VIVENTE",  colui che vive per sempre. Se vive per sempre - conclude Garcia - io devo trovarlo, devo toccarlo con mano, altrimenti non é il  "VIVENTE".

Molto più pratico San Paolo nella sua lettera ai Corinzi: se "Cristo non fosse risorto, sarebbe vana la nostra fede. Tutti saremmo falsi testimoni di Dio. Saremmo da compiangere più di tutti gli uomini. 

Il mistero pasquale é  l'unico mistero che può rispondere alla domanda riguardante il senso della nostra vita, senza doversi arrestare neppure davanti al dolore e alla morte, come sono costrette a fare la filosofia, la scienza e tutte le risposte umane.

Il "senso" che esso dà alla nostra vita é racchiuso in queste parole della Scrittura: "Se moriamo con Lui, vivremo anche con Lui, se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo" (2 Tm 2, 11-12).

Questa risposta sul "senso" della vita si ottiene mediante la fede, l'elemento che non si può spiegare se con espressioni teologiche, ma che si manifesta nei nostri cuori prima che nella nostra mente. La fede, cari fratelli e sorelle in Cristo o si ha o non si ha. Non c'é altra maniera per esternarla. Il mistero pasquale é un "passaggio", cioè la trasformazione che trascina con sé un profondo, autentico desiderio di rinnovamento, di positiva metamorfosi, che ogni uomo credente, ad un certo punto della propria vita sente in maniera decisa.

La Pasqua trova il suo pieno compimento quando una persona, convinta interiormente della verità di ciò che ha ascoltato, proclama Gesù come suo personale Signore e Salvatore. É il caso di dire che questa persona prende la decisione che dà un senso alla propria vita, facendo di sé un "salvato": "Se confesserai con la tua bocca che Gesù é il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio è risuscito dai morti, sarai salvo" (Rm 10, 9).

Tutte le letture della domenica di Pasqua hanno un comune denominatore: "Cristo é risorto! É vivo! Alleluia!".
La Risurrezione ha un lieto e glorioso fine. Per dirla in inglese é un lieto " Happy Ending" perché consiste nel trionfo del bene sul male, sul vero nemico, il nemico universale di tutti: il peccato, quindi la morte. 

La sequenza della messa di Pasqua canta: "Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita, morto, regna ora vivo".

La Risurrezione di Cristo contiene la risposta alla più universale delle aspirazione umane: quella che il male e l' ingiustizia non abbiano mai la meglio sul bene e sull' amore di Dio. Per nessun motivo. Buona Pasqua!

 

La Liturgia di oggi Domenica 24 Aprile 2011, DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

Vangelo (Gv 20,1-9)
Egli doveva risuscitare dai morti.

 Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Egli doveva risuscitare dai morti". I racconti evangelici della Risurrezione sono veri. Gesù Cristo ha vinto la morte divenendo "IL VIVENTE",  colui che vive per sempre. Se vive per sempre io devo trovarlo, devo toccarlo con mano, altrimenti non é il  "VIVENTE"», New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 24 Aprile 2011, DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

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