"Lo riconobbero nello spezzare il pane"
Nella perplessità dei discepoli la fede ha una fascia di "chiaroscuro", che si colloca tra il dubbio e l'abbandono fiducioso e che è fatta di rischio e sicurezza insieme. Da un’ altra prospettiva la fede può essere coniugata con le parole scritte nella Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono"
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di Vincenzo La Gamba
L' odierno brano evangelico tratta la continuazione circa l' episodio dei discepoli di Emmaus che, tornati a Gerusalemme, raccontano il loro incontro con Gesù Risorto. Hanno detto gli altri discepoli: Incontro con con Gesù Risorto? E' veramente successo questo incontro con Gesù o si è trattato dell' apparizione di un fantasma? E' possibile che hanno confuso Gesù con un fantasma. Non sarà stato facile per loro vedere Gesù e convincersi che era proprio Gesù e non un fantasma. Ma come!, si domandano: l' abbiamo visto soffrire e morire. Poi è stato seppellito ed adesso ci compare così? Pensano seriamente che si tratti di un'allucinazione collettiva. Gesù Risorto propone, invece, ai discepoli un' interpretazione messianica dell' Antico Testamento nel suo insieme (vedi la legge di Mosè, profeti e salmi.) Nella perplessità dei discepoli notiamo pure che la fede ha una fascia di "chiaroscuro", che si colloca tra il dubbio e l' abbandono fiducioso e che è fatta di rischio e sicurezza insieme. Da un’ altra prospettiva ci accorgiamo che la nostra fede può essere coniugata come queste parole scritte nella Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono" (Eb 11,1). Basterebbero queste sole parole per convertire non solo quelli che non hanno fede, ma coloro che non hanno fede abbastanza o quelli che (convenientemente) fanno credere di essere fedeli, cioè in possesso di fede, ma di fede ne hanno poca. Però ... come è difficile credere, quando vi sono dei dubbi! Perché vedete cari fratelli e sorelle in Cristo alla fede non ci si arriva per deduzioni logiche o argomenti decisivi. Ci si arriva con l'abbandono, la fiducia, l' incontro intimo con Dio per accettare Dio per mezzo della Sua Parola. Il cuore, a volte, ha le sue ragioni che la ragione non conosce, per cui è sempre il cuore, e non la ragione, che sente Dio. Se io dovessi "ragionare" sul perché il boss Antonino Provenzano, qualche anno addietro catturato a Corleone, legge la Bibbia, i salmi, sapendo a priori che il capo, da giovane, "sparava come un Dio" (a detta dei suoi amici) e che ha "ordinato" omicidi, a iosa, io non ci potrei "credere" che ciò rispondesse alla verità. Io non credo a qualcosa perché è la ragione che mi dice che non devo o posso credere alla vita trascorsa di Provenzano: è impossibile. Se poi Provenzano ha aperto il cuore per credere al suo vero "Capo di tutti i capi", quello in Cielo per intenderci, significa che egli è diventato un uomo di fede, contrariamente a quello che può essere dedotto se usiamo la nostra ragione. Parallelamente il suo è pentimento verso Dio e anche i mafiosi si possono "pentire" (nel doppio senso della parola). Ma voi direte, cosa c' entra il boss Provenzono con la fede? C' entra, e come! A tal punto che forse siamo di fronte a qualcuno che crede (finalmente) in Qualcuno, più alto di lui. Prima non pensava così Provenzano. Forse nessuno di noi può entrare nel suo stato d' animo, negli abissi del suo cuore, per sapere cosa c'è dentro. Sappiamo cosa c'era dentro prima. Lasciamolo, da credenti al giudizio finale della Legge di Dio, quella che più conta per noi mortali.
Tuttavia avere fede significa
impegnarsi gioiosamente con Dio. Credere è vivere la vita con
spirito pasquale, cioè come risurrezione perenne e costante nascita
alla vita nuova di Dio. È arrischiarsi a convertirci radicalmente
cambiando la rotta della nostra vita e dando ragione della nostra
speranza, malgrado l'ingiustizia e il dubbio. Perché la conversione,
come il credere, è compito di ogni tempo, incluso quello pasquale. |
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Lo riconobbero nello spezzare il pane" Nella perplessità dei discepoli la fede ha una fascia di "chiaroscuro", che si colloca tra il dubbio e l'abbandono fiducioso e che è fatta di rischio e sicurezza insieme. Da un’ altra prospettiva la fede può essere coniugata con le parole scritte nella Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono"» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 8 Maggio 2011, III DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) |
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