Meditazioni

"Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui"

 

La Trinità non è un concetto da capire, ma una manifestazione da accogliere

 

di Vincenzo La Gamba

Chiariamo subito nel dire che la parola Trinità non appartiene ad alcun linguaggio della Bibbia. Il termine per sé è inesistente essendo stato introdotto solo nel terzo secolo dopo Cristo. Tuttavia, a partire dalla vita di Gesù Cristo e dalla Sua relazione con il Padre è  riscontrabile questa essenza di Dio, Uno solo e trino.

E davvero la Trinità un mistero? Lo é perché é un mistero anche se é da ammettere che tutta la nostra vita cristiana si svolge nel segno e nella presenza della Trinità.

All'alba della nostra vita fummo battezzati nel "nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" e alla fine, accanto al nostro capezzale, verranno recitate le parole: "Parti, anima cristiana, da questo mondo: nel nome del Padre che ti ha creata, del Figlio che ti ha redenta e dello Spirito Santo che ti ha santificata".

Tra questi due momenti, si collocano altri momenti cosiddetti "di passaggio" che, per un cristiano, sono contrassegnati tutti dall’invocazione della Trinità.  Un sacerdote viene consacrato dal Vescovo in nome "del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo", cosi pure la coppia che contrae il sacramento del matrimonio.
Molte volte mi rende difficile spiegare alle persone che me lo chiedono, il mistero della Trinità.

Io rispondo loro che Dio Uno e Trino non è una definizione, ma una completa esperienza. Cosa significa?  Significa che la Trinità non è un concetto da capire, ma una manifestazione da accogliere. Diciamo in parole semplici che Dio è un abbraccio. Perché si vuole abbracciare una persona che si vuole bene, che si è amica, e si rispetta come persona amica?  Perché quella persona si ama. Se non c'è amore, non si abbraccia nessuno e nemmeno Dio. Se non c'è amore non vale nessun magistero. Se non c'è amore nessuna cattedra sa dire Dio.

Nella maniera più semplice da spiegare diciamo che il senso della Trinità è un completo abbraccio al Dio Padre, al Dio Figlio, la cui unione filiale ha generato lo Spirito Santo, cioè l' amore del Padre e del Figlio, che è una unica cosa, assieme alla Spirito che è l'elemento invisibile dell' unione tra i due.

Se Dio è amore, quindi, deve amare qualcuno. Non esiste, infatti, un amore a vuoto, senza alcun oggetto.  Ma chi ama Dio per essere definito amore? Gli uomini?

Le donne? I bambini?  Ma essi esistono da milioni di anni.  Il cosmo?. L' universo?

Ma l' universo esiste da miliardi di anni.

Prima di allora, chi amava Dio per potersi definire amore?  Non possiamo dire: amava se stesso, perché questo non sarebbe amore, ma narcisismo bello e buono!  Ecco una delle risposte, se non la risposta per eccellenza, della rivelazione umana:  Dio è amore, perché, dall' eternità ha nel "suo seno" un Figlio, il Verbo, che ama con amore infinito, cioè lo Spirito Santo.

In ogni amore ci sono sempre tre realtà o soggetti: uno che ama, uno che è amato e l' amore che li unisce.
Se il nostro Dio non fosse Trinità, vale a dire incontro, relazione e comunione, sarebbe un Dio deludente.  Invece Dio è estasi, cioè una proiezione in cerca di oggetti di amore, una comunione d'amore, in cui si riconciliano unità e pluralità; l'amore crea l'unita nella diversità: unità di intenti, di pensiero e di volere; diversità di soggetti, di caratteristiche e, in ambito umano, di sesso.

In questo senso la famiglia è l' immagine meno imperfetta della Trinità. Non per nulla nel creare la prima coppia umana Dio disse: "Facciamo l' uomo a nostra immagine e somiglianza" (Gen 1, 26-27).

Quello che ho scritto vi pare difficile?. Non vi preoccupate: nei confronti della Trinità, la cosa più importante è non speculare sul mistero, ma rimanere nella fede della Chiesa, che è la " barca che porta alla Trinità".
 

La Liturgia di oggi Domenica 19 Giugno 2011, SANTISSIMA TRINITA' (ANNO A)

Vangelo (Gv 3,16-18)
Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui

 Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" La Trinità non è un concetto da capire, ma una manifestazione da accogliere» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 19 Giugno 2011, SANTISSIMA TRINITA' (ANNO A)

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