"Darà in affitto la vigna ad altri contadini"
La parabola dell' amore deluso non si conclude con fallimenti. Tutt'altro. Tra Dio e l' uomo, le sconfitte servono a fare meglio trionfare l' amore di Dio. Gesù introduce questa novità: Dio non spreca la storia in vendette; il Suo Regno é una casa nuova la cui "pietra angolare" é Cristo e solo Cristo; una vigna nuova dove la vite vera é Cristo e solo Cristo e per Cristo! Il mondo é di Dio, non dell' uomo che vuole controllare il mondo di Dio, ma é dato a chi lo rende migliore, con umiltà ed amore, a chi fa crescere vigne come vele per l' arca della sua storia
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di Vincenzo La Gamba Nel brano evangelico di questa domenica domina, come lo é stato domenica scorsa, sul tema della vigna. Quest'oggi la parabola narra di "vignaioli" e di persone che commettono un omicidio. Il sunto di questo Vangelo di Matteo è riguardante il Regno di Dio, allegoricamente chiamato "vigna" che lo darà ad altri vignaioli. Andiamo per ordine. Innanzitutto che cosa é l' omicidio? Certamente é l' apogeo di una infedeltà continua, che nasconde ingratitudine o mancanza di rispetto agli insegnamenti di Dio. É la storia che non cambia quella dell' umanità e quella di ogni uomo; una storia con tutti i nostri limiti e le nostre ingiustizie. Noi reagiamo così davanti al bene che riceviamo dai nostri simili, ma quello che é peccato é che noi agiamo così davanti alla bontà di Dio. Ci sono delle persone che si credono cattolici cristiani, che io conosco personalmente, i quali pensano di controllare il mondo e il destino degli altri, nulla sapendo che commettono il grave errore di credersi padroni di un regno che é in netta contrapposizione con quello di Dio. Molte volte non ci troviamo al posto che dovremmo occupare e ci piace vietare l' ingresso in quel Regno a coloro che vogliono entrarci. L' atteggiamento di Dio differisce dal nostro. ed é giusto che si così, perché essendo che Dio ama tutti allo stesso modo non tollera e non tollera e non tollererà mai che i suoi figli non mangino il pane che egli offre loro e che per di più si ostinano ad impedire agli altri di mangiarlo. Questa é una domenica, la 27.ma di Tempo Ordinario, di grande delusione per Dio. Nella Prima Lettura il profeta Isaia tratta il tema dell' uva selvatica. Presenta Dio come padrone assoluto che dedica tutte le cure possibili alla Sua vigna, che non gli dà, però, i frutti sperati. É descritta simbolicamente la storia dell’ infedeltà di Israele. Rivisitando l' odierno Vangelo di Matteo notiamo una vendemmia di sangue, perché questa parabola domenicale intona il canto dell' amore deluso. Si narra il canto di una passione che nessuna delusione può spegnere, che non arrende, che prende sempre nuovi sviluppi, che non é mai a corto di meraviglie. Per ogni contadino, la vigna é il campo prediletto. Noi, essendo la vigna di Dio, creiamo delusione a Dio. Quindi se il Regno, alla fine, sarà dato ad un altro, forse inizierà da capo la conta della speranza e della delusione. Il Regno di Dio, cari amici e fedeli, non è legato a nessuna nazionalità, a nessuna razza e a nessuna cultura. Perciò, molte lagnanze circa la crisi di fede dovrebbero aver luogo a serie riflessioni circa la propria responsabilità nello sfaldamento della fede d' un popolo od in una determinata civiltà. Che cosa impariamo oggi da Dio? In Lui il lamento non prevale mai sulla speranza. Ed il frutto di domani conta più del rigetto di ieri. La parabola dell' amore deluso non si conclude con fallimenti. Tutt'altro. Tra Dio e l' uomo, le sconfitte servono a fare meglio trionfare l' amore di Dio. Gesù introduce questa novità attraverso il Vangelo: Dio non spreca la storia in vendette; il Suo Regno é una casa nuova la cui "pietra angolare" é Cristo e solo Cristo; una vigna nuova dove la vite vera é Cristo e solo Cristo e per Cristo! Il Regno, in definitiva, sarà "dato ad un popolo che lo farà fruttificare". E sarà sempre così nei secoli perché la "vigna" sarà donata a chi sa fare i buoni frutti che Isaia enumera nella Prima Lettura odierna: "aspettavo giustizia, attendevo rettitudine, non più grida di oppressi, non più sangue". Il frutto che il Padrone attende, non riguarda il suo proprio interesse, ma il volto dei suoi figli non più umiliato: passione di Dio, al tempo stesso suo patimento e suo desiderio.
Il mondo é di
Dio, non dell' uomo che vuole controllare il mondo di Dio, ma é dato
a chi lo rende migliore, con umiltà ed amore, a chi fa crescere
vigne come vele per l' arca della sua storia. |
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Darà in affitto la vigna ad altri contadini". La parabola dell' amore deluso non si conclude con fallimenti. Tutt'altro. Tra Dio e l' uomo, le sconfitte servono a fare meglio trionfare l' amore di Dio. Gesù introduce questa novità: Dio non spreca la storia in vendette; il Suo Regno é una casa nuova la cui "pietra angolare" é Cristo e solo Cristo; una vigna nuova dove la vite vera é Cristo e solo Cristo e per Cristo! Il mondo é di Dio, non dell' uomo che vuole controllare il mondo di Dio, ma é dato a chi lo rende migliore, con umiltà ed amore, a chi fa crescere vigne come vele per l' arca della sua storia» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 2 Ottobre 2011 , XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) |
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