"Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri"
Argomento del giudizio non sarà tutta la nostra vita, ma le cose buone della nostra vita; non la fragilità, ma la bontà caritatevole
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di Vincenzo La Gamba É, questo odierno, uno dei Vangeli più citati e discussi riguardante la festa di Cristo, Re dell' universo. Per alcuni esso riassume tutto il Vangelo in quanto il messaggio non ammette dubbi: è la parola di Dio che è sempre dalla parte dei poveri, dei malati e degli emarginati. Entriamo nel vivo quanto ad essenza degli insegnamenti di Gesù: non essere vicini ai poveri, ai malati e agli emarginati significa essere lontani da Dio. Gesù, con la odierna parabola del buon Pastore ci anticipa i criteri del giudizio. Gesù ci apre essenzialmente una finestra sul futuro e vuole che sappiamo che il giudizio riguarda l' amore, elemento essenziale all'interno di ogni comunità. La sfida o messaggio di questo Vangelo é incentrato su come vivere una carità consapevole, personale, in un ambito di comunità. Anche in forme associative, pure in forme politiche. Non a caso la nostra beneamata ITALIA ha cercato e trovato un Buon Pastore (nel senso di Premier s' intende) in questi turbolenti mesi del collasso economico in Europa. Si dice un gran bene del Prof. Mario Monti da pochi giorni a guidare il gregge del popolo italiano. Siamo nel campo della mera metafora ma l' augurio è che nel gergo politico il Prof. Monti "ci apre una finestra sul futuro" e sicuramente sarà aperta alla "fratellanza politica" e non alla faziosità dilettantistica di personaggi, ignari di un amore e una carità che devono contagiare i meno ricchi e non il contrario. Una carità credibile comporta uno slancio personale, l'adesione ad ogni forma di volontariato, la capacità di conoscere il rapporto economico di ogni nazione ed vero senso della giustizia sociale, senza limitarsi all' elemosina. "Ciò che avete fatto ai miei fratelli, é a me che l' avete fatto", é il grido di speranza che Gesù ci induce a credere per diventare buoni d' animo. Non vi é migliore messaggio augurale di questa parabola, che chiude l'anno liturgico del ciclo A, in cui abbiamo ascoltato durante questo interessante anno 2010-2011 il Vangelo secondo San Matteo. A prima vista sembra una frase limitativa; in realtà non lo é, perché sappiamo tutti che ci sono milioni di poveri nel mondo. Ma che ci possiamo fare? É nostro dovere "localizzare" il povero. Ci sono qui, a New York, la città opulenta per eccellenza, un numero illimitato di poveri, di homeless, di emarginati. Aumentano in Italia ed in altri paese sottosviluppati. Ci sono persone anziane e sole, che non hanno nessuno che le va a trovare; famiglie devastate dalle malattie di un genitore od un figlio; persone truffate o raggirate. Cristo é presente in tutti loro, e non chiede soltanto elemosina e neppure si accontenta di qualche ora di volontariato. Il Cristo povero nei poveri chiede, invece, di essere accolto in una comunità di fratelli, cosi come fece e fa l' ordine della Beata Madre Teresa di Calcutta, oppure don Mazzi o la Caritas.
Cristo, il Re
dell' universo, ha bisogno di noi, oggi. É un messaggio paradossale
che questo brano evangelico, oggi, ci offre. Cristo si fa presente
nel povero, in chi ha bisogno di noi, e il giudizio finale
riguarderà proprio l' amore operoso verso chi ha fame, chi ha sete,
chi é nudo, chi é forestiero, chi é malato, chi é carcerato.
Noi credenti
amiamo il prossimo perché sospinti dalla nostra fede. Può essere che
il nostro amore sia meno puro, o meno forte. In ogni caso é questa
la nostra vocazione: amare per fede, amare per consapevolezza. Davanti a Cristo Re non dobbiamo essere mai impavidi, ma avere paura delle nostre debolezze. Debolezza é presentarsi a Lui a mani nude e vuote. In quel caso, é la nostra coscienza ad essere punita.
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri" Argomento del giudizio non sarà tutta la nostra vita, ma le cose buone della nostra vita; non la fragilità, ma la bontà caritatevole» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 20 Novembre 2011, XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A), Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo |
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