"Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento"
Il Battesimo è in conclusione una primavera di rose, perché sa del profumo di Dio, nel "preciso momento" in cui si respira il vero senso della nostra missione in terra
|
|
di Vincenzo La Gamba Credo che quando si assiste ad una Battesimo di un bambino, si é circondati da tanta gioia, felicità e contentezza. Nel nostro subconscio, però, sappiamo che qualcosa di straordinario si sta verificando. Non é ansia, né trepidazione: é un rito di gaudio a Dio, un rito che cominciò con Giovanni il Battista, il quale, nel deserto, gridava sempre: "Convertitevi tutti, il Regno é vicino!". Battezzava i peccatori con acqua nelle rive del fiume Giordano ove anche battezzò Colui che era senza peccato: Gesù, suo primo cugino, al quale non "poteva legare nemmeno i lacci delle scarpe". Gesù era il vero Messia, non lui, ha sempre dichiarato Giovanni il Battista. E allora, perché Gesù senza peccato é stato battezzato? Ho riflettuto a lungo e sono riuscito a capire parte del perché, cioè ho capito che il Battesimo di Gesù é racchiuso in due momenti diversi, delineato da due parole: rassicurazione e missione. Non dimentichiamoci che Gesù aveva le sembianze umane e, in qualche momento della sua vita, avrà avuto qualche attimo di incertezza, non tanto sul come, bensì sul “quando” cominciare la Sua missione in terra. Andiamo per gradi. La scena del Battesimo di Gesù nell' odierno Vangelo di Marco riflette, come in Matteo e Luca, la fede e l' esperienza pasquale delle prime comunità cristiane, oltre ad evidenziare il genere letterario del "midrash" con tratti apocalittici e di teofania: i cieli aperti, lo Spirito che discende in forma di colomba, la voce di Dio Padre che dice "Tu sei il mio Figlio prediletto". Ecco! Questa é stata la rassicurazione che il Figlio di Dio aspettava per portare avanti il suo disegno di "missione terrena". Non più la Sua é una missione umana, ma divina. Gesù ha quindi accettato il Battesimo, non come divinità senza peccato, ma come persona che accettava i peccati del mondo. Allora se riallacciamo il discorso alla profezia di Isaia: "verrà come luce per le nazioni, a far ritornare la vista ai ciechi, di liberare i carcerati dalla schiavitù", troviamo la risposta sul perché il Battesimo non rappresenta un momento solitario, ma un momento comunitario, perché il bambino viene battezzato, tra la gioia dei genitori, padrini e parenti, in un contesto di comunità religiosità. É proprio in "quel preciso momento" che l'infante riceve un segno indelebile nella propria anima, che dovrà percorrere una vita non facile, ma senz' altro aiutata dalla grazia e dallo Spirito, guida perenne delle creature a Lui care. Il Battesimo può essere paragonato ad una rosa, che viene piantata negli abissi della nostra anima all' atto di ricevere lo Spirito Santo. Poi questa rosa (piena di spine), tende ad appassirsi durante il percorso di vita vissuta, ma viene a nuova vita e quando nuovamente sboccia sarà come una rosa che non potrà mai più morire. Ciò avviene quando, in quel "preciso momento", ci sarà l' incontro con l' Alto nella pienezza della nostra fede matura. Si passerà da "quel preciso momento" di rassicurazione a tutta "una vita" di rassicurazione, proiettata nell' eternità. Oggi é il giorno adatto per riflettere e adorare questa rosa. Riflettiamo ed apprezziamo cos’é il Battesimo e cosa non abbiamo da soli potuto capire durante la nostra esistenza. Il Battesimo è in conclusione una primavera di rose, perché sa del profumo di Dio, nel "preciso momento" in cui si respira il vero senso della nostra missione in terra.
|
|
|
La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento". Il Battesimo è in conclusione una primavera di rose, perché sa del profumo di Dio, nel "preciso momento" in cui si respira il vero senso della nostra missione in terra» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 8 Gennaio 2012, BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B) |
|