Meditazioni

"Siamo venuti dall’oriente per adorare il re"

 

di Vincenzo La Gamba

Con la prima domenica dell' anno 2013 si celebra pure l' Epifania del Signore con il Vangelo raccontato da San Matteo, in cui i tre Re Magi, partiti da lontano, vedono la luce che li dirige verso Betlemme. Ed é attraverso quella luce che i Re Magi trovano in Betlemme adorando il Salvatore. I tre Re Magi sono parte della storia perché portato in dono al Salvatore i tre regali più famosi nella storia:  oro, incenso e mirra.

Va rilevato che Epifania significa letteralmente "manifestazione di Dio" e per essere più vicini alla traduzione dei tempi, Epifania é "la festa della rivelazione".

Fondamentalmente il figlio di Dio venuto in terra per redimere il mondo si é finalmente "rivelato" all'uomo. In parole semplici Gesù viene incontro all'uomo, colmando l'aspettativa innata e multisecolare degli esseri umani. 

L'odierna solennità é incentrata sulla luce di Dio, attraverso la quale si arriva alla salvezza. La domanda d' uopo e' questa: Come ci si arriva?
Gesù Bambino ce lo fa capire chiaramente. Col Verbo fattosi Carne, Egli porta nel mondo una dimensione della inevitabile battaglia tra bene e male, tra guerra e pace, tra fratellanza ed inimicizia.

I Magi, d'altro canto, incarnano la figura dell'uomo che spia la presenza di Dio nei segni dei tempi. Con i Re Magi immaginiamo noi stessi credenti, che cerchiamo Dio senz'altra traccia che la pallida luce di una stella. Loro sono come modello per noi pellegrini attuali della fede e della speranza. Con l' istituzione dell' anno della Fede (2012-2013), voluto dal nostro Sommo Pontefice Benedetto XVI diventiamo noi i pellegrini della fede nel terzo millennio. Sostanzialmente e' attraverso la fede che nutriamo della speranza in un mondo migliore. E speriamo che questo nuovo anno sia apportare di pace e serenità nel mondo ma sopratutto nei nostri cuori.

Sperare é essenziale per l'uomo, specialmente se la speranza é fortificata nella fede.  E' basilare per il padre di famiglia, la madre, il bambino, l'adolescente, il giovane, l'adulto e perfino l'anziano: ognuno vive la sua illusione segreta, la sua intima speranza.

A ciò si deve aggiungere che Gesù Cristo é la ragione e l'oggetto del nostro sperare: nessun altro al mondo ci può salvare!
In questa era di globalizzazione, di continue guerre (ve ne sono tutt'ora in corso ben 49 nel mondo), di colonizzazione, di mali incurabili, abbiamo bisogno dell'entusiasmo dell'Epifania, di quella luce che ci accompagna nel difficile cammino della vita. Abbiamo veramente  di quella gioia cristiana che nasce dalla fede per vincere le delusioni ed il disincanto e cominciare ogni mattina, nella nostra occupazione o  professione, il lavoro per un mondo migliore.

Per costruire un mondo  migliore si devono progettare delle solide fondazioni le cui basi sono cementate nella quotidiana preghiera.

La Chiesa prega sempre per la pace dei popoli e la fratellanza universale per condurre l' uomo alla salvezza universale di Dio. La Chiesa educa i bambini, gli adolescenti ed i giovani alla solidarietà, al rispetto e all'amore verso gli altri, di qualunque colore, estrazione od ideologia siano.

In breve, per mostrare al mondo che la Chiesa stessa é sacramento (oppure segno) universale della salvezza.
É nel segno della povertà ed umiltà che troviamo, serviamo e riconosciamo Dio.

Per servire il Signore bisogna essere in pace con il proprio cuore. In più di un senso logico la festa dell' Epifania é riconoscere il Salvatore, amarLo con estrema serenità e tranquillità d' animo.

Egli si rivela, non si vela a noi. Concludiamo affermando che Epifania significa speranza per quel mondo migliore che tutti si auspicano, ma che i potenti della terra non vogliono.

É perfetta la chiave di lettura di oggi imperniata sulla manifestazione del Signore a tutte le nazioni.
 

La Liturgia di Domenica 6 Gennaio 2013, EPIFANIA DEL SIGNORE

 

Vangelo (Mt 2,1-12)
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re

 

 Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Siamo venuti dall’oriente per adorare il re» New York, www.galatro.org, La Liturgia di Domenica 6 Gennaio 2013, EPIFANIA DEL SIGNORE

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