"Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì"
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di Vincenzo La Gamba Con l'odierno Vangelo, che è incentrato sulla festa battesimale del Signore ha culmine il periodo di Natale in cui è nato il Bambinello che ci ha fatto godere ore liete di gioia, di buoni propositi ma soprattutto di pace. Il significato di questa nostra festa è diversa nella sostanza se paragonata a quella della Chiesa Orientale. La nostra è una ricorrenza che evidenzia l'umanità di Gesù Bambino al contrario di quella Orientale, che mette in risalto la divinità di Gesù. Ecco perchè l'Epifania è il senso del Natale per la Chiesa greca-ortodossa.
Oggi per noi è la festa della
divinità di Gesù, cioè la manifestazione tramite la quale Dio
afferma nel brano finale dell'odierno Vangelo di Luca: "Tu sei il
Mio Figlio prediletto, in Te mi sono compiaciuto". Un ebreo era allora riconosciuto un discendente di Abramo, ragion per cui era salvo, prescelto e quindi in possesso di uno "stato privilegiato" rispetto ai non ebrei. Ma nel momento in cui Gesù viene in terra e s'incarna per la nostra salvezza si evidenzia un grande desiderio nella comunità ebraica di ammettere i peccati e convertire i cuori, che significa non una garanzia ma un'opportunità per essere salvati dal peccato.
Il significato della divina parola
che accompagna Gesù al momento del Battesimo è molto chiaro, cioè è
il proclama secondo cui Dio diventa uomo e che il trono del nostro
Salvatore si manifesta con l'amore sacrificale, che è quello che
noi, con convinzione, promettiamo nel nostro rito battesimale. Certamente si dirà che il Battesimo è un peso caricato dai genitori sui figli, non essendo quest'ultimi consapevoli di tale grande responsabilità. Ma non è così. Il Battesimo è prima di tutto un dono, non un peso. Il Battesimo è il primo dei sette Sacramenti che la Madre Chiesa ci impone nel corso della nostra vita cristiana. È il primo sacramento chiamato della iniziazione (gli altri due sono la Comunione e la Cresima), quindi una vocazione alla fede cristiana, una predilezione così voluta da Dio verso i figli giovani che Egli ama alla stessa maniera degli anziani, ma con un certo riguardo proprio perché la fede si "radica" meglio nell'età giovanile. Infatti Dio non comincia il Suo dialogo imponendoci degli obblighi ben definiti, ma comincia amando ed offrendo la Sua grazia attraverso Gesù. È da questo amore e da questo dono che nasce in noi una risposta grata e dello stesso tono: amore e dono di noi stessi a Dio e ai fratelli nella Chiesa, alla quale siamo incorporati e nel mondo in cui viviamo.
Dobbiamo accettare, cioè, il nostro
stato di battezzati, liberamente, coscientemente e gioiosamente. È necessario dunque morire con Cristo alla nostra condizione di peccatori, per assumere con Lui la nuova vita di figli amati da Dio. Attraverso Gesù il progetto salvifico di Dio è già in cammino al ritmo della storia umana; e dalla missione di Cristo in solidarietà con l' uomo caduto c'è molto da imparare e da imitare. Va rilevato, in ultimo, che quello che esprimiamo nella richiesta del "Padre Nostro": "Venga il Tuo Regno", è opera di giovani in spirito, cioè di battezzati impegnati nella fede.
Quello che è molto più importante da
rilevare è che Gesù, nel momento in cui viene battezzato da Giovanni
il Battista, diventa un "Servo" del Signore, umile e mansueto, che
compie e promuove la giustizia. Nel Vangelo odierno il termine
"Servo", che poi saremmo noi, è stato sostituito, in una rivelazione
completa, con quella di "Figlio", nel momento in cui si aprono i
Cieli, lo spirito di Dio scende in forma di colomba e la voce del
Padre proclama a Gesù: "Tu sei il Mio Figlio prediletto; in Te mi
sono compiaciuto". |
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 13 Gennaio 2013, BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C) e-mail: VJIM19@aol.com |
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