Meditazioni

Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio

 

di Vincenzo La Gamba

  Non è da tutti fare questa domanda: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". È la domanda chiave dell' odierno Vangelo di Luca, pronunciata da uno sconosciuto a Gesù. La domanda non esclude il pensiero teologico nel corso della storia, visto che, per esempio, i Pelagiani nel V secolo affermavano che l'uomo potesse salvarsi solo grazie alle capacità del proprio libero arbitrio, mentre in epoche successive i Giansenisti ritenevano, al contrario, che solo la grazia di Dio può concedere la salvezza.

Molti non sanno cosa è la salvezza. Ad altri non importa salvarsi perchè non credono nella salvezza. Noi credenti cristiani saremo privilegiati se, alla fine dei nostri giorni, ci salveremo non in base a quello che abbiamo fatto per noi, ma per quello che abbiamo fatto per gli altri.

Se abbiamo fatto niente non abbiamo capito il vero significato della vita. Se invece abbiamo fatto qualcosa per il prossimo lo abbiamo sicuramente fatto solo per amore verso il prossimo.

Ma la giusta risposta la dà a noi lo stesso Gesù che, alla domanda dello sconosciuto, replica: non è importante chiedersi CHI sarà salvato, nè QUANTI siano quelli che si salvano, ma piuttosto ADOPERARSI per essere salvati.

Si accenna in questo brano evangelico domenicale ad entrare per una porta stretta e "molti cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.

Il problema è che per accedere attraverso questa "porta" non è poi tanto semplice, perchè se lo fosse non avremmo avuto bisogno del Figlio di Dio che si è immolato per i nostri peccati in cambio della salvezza umana.

L’ingresso al sepolcro di Gesù, nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, è basso e stretto, all’interno l’ambiente è angusto e buio: eppure, proprio da qui la risurrezione, in tutta la sua potenza irresistibile, levò il masso e aprì le tombe riempiendo il mondo di luce e di vita.

Il punto in cui si incontrano i due bracci della croce è stretto e basso, ma i bracci indicano i quattro punti cardinali, i quattro venti del mondo. Là Gesù “stese le braccia fra il cielo e la terra, in segno di perenne alleanza” ed estese la sua offerta dell’amore e della salvezza di Dio a tutti gli uomini, ad oriente e ad occidente, a settentrione e a mezzogiorno, invitando ogni uomo e ogni donna, di ogni età e di ogni razza, di ogni colore e di ogni lingua, a partecipare al banchetto del regno di Dio.

La porta stretta è il mezzo per uscire dalle angustie di un mondo senza amore; essa è l’apertura verso l’amore senza confini, verso il perdono e la misericordia.

Una sottile angoscia coglie tutti noi accalcati a quella porta stretta, una disillusione crudele che cresce quando la porta da stretta diventa chiusa; quando la voce da dentro risponde: «Non vi conosco».

Come fare per essere riconosciuti dal Signore? Noi siamo conosciuti da Dio se nella mia vita viviamo qualcosa della vita di Dio.

All'inizio della parabola le porte sembrano essere numerose, e i credenti si affollano davanti a porte sbagliate che non conducono da nessuna parte.

«Sforzatevi di entrare per la porta stretta». La porta del mondo nuovo è una sola, è stretta, e richiede uno sforzo per essere attraversata. Lo è non per il gusto della fatica, non per ridurre il numero dei salvati, ma perché indica che Cristo "è lui solo il punto di passaggio tra i valori di questo mondo e quelli del mondo venturo".

Quel punto di passaggio è stretto perché indica il posto che Cristo ha scelto, l'ultimo posto, il posto di uno venuto per servire, il posto di chi da ricco si fece povero, quello del bambino messo in mezzo al cerchio degli adulti come modello. È stretta la porta, perché indica quel poco di legno che gli bastò per morire.

Stretta, ma sufficiente: la grande sala infatti è piena. Vengono i lontani, e sono folla, ed entrano. Non sono migliori di noi che siamo vicini, non hanno più meriti di noi. Non mi illudo, la cruna dell'ago non sarà mai alla portata né dei vicini, né dei lontani. Ma Cristo non si merita, si accoglie.

 

La Liturgia di Domenica 25 Agosto 2013,  XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
 

Vangelo (Lc 13,22-30)
Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio

 

 Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio» New York, www.galatro.org, La Liturgia di Domenica 25 Agosto 2013,  XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

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