Lo riconobbero nello spezzare il pane
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di Vincenzo La Gamba L' odierno brano evangelico tratta la continuazione circa l' episodio dei discepoli di Emmaus che, tornati a Gerusalemme, raccontano il loro incontro con Gesù Risorto. Ma come? Come sarà possibile che Se Gesù e' morto e' pure Risorto? Questa e' la domanda che tutti si chiedono ma che nessuno disputa se si e' cattolici veramente. Anche i discepoli non erano convinti del mistero più grande della Chiesa: la Risurrezione di Cristo Gesù!
In quel momento di meraviglia forse
qualcuno ha confuso Gesù con un fantasma. Non sarà stato facile per
loro vedere Gesù e convincersi che era proprio Gesù e non un
fantasma. Ma come!, si domandano: l' abbiamo visto soffrire e
morire. Poi è stato seppellito ed adesso ci compare così? Pensano
seriamente che si tratti di un'allucinazione collettiva. Gesù
Risorto propone, invece, ai discepoli un' interpretazione messianica
dell' Antico Testamento nel suo insieme (vedi la legge di Mosè,
profeti e salmi.) Da un’ altra prospettiva ci accorgiamo che la nostra fede può essere coniugata come queste parole scritte nella Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono" (Eb 11,1). Basterebbero queste sole parole per convertire non solo quelli che non hanno fede, ma coloro che non hanno fede abbastanza o quelli che (convenientemente) fanno credere di essere fedeli, cioè in possesso di fede, ma di fede ne hanno poca. Però ... come è difficile credere, quando vi sono dei dubbi!
Perché vedete cari fratelli e sorelle in
Cristo alla fede non ci si arriva per deduzioni logiche o argomenti
decisivi. Ci si arriva con l'abbandono, la fiducia, l' incontro
intimo con Dio per accettare Dio per mezzo della Sua Parola. Il
cuore, a volte, ha le sue ragioni che la ragione non conosce, per
cui è sempre il cuore, e non la ragione, che sente Dio. Io non credo a qualcosa perché è la ragione che mi dice che non devo o posso credere alla vita trascorsa di Provenzano: è impossibile. Se poi Provenzano ha aperto il cuore per credere al suo vero "Capo di tutti i capi", quello in Cielo per intenderci, significa che egli è diventato un uomo di fede, contrariamente a quello che può essere dedotto se usiamo la nostra ragione. Parallelamente il suo è pentimento verso Dio e anche i mafiosi si possono "pentire" (nel doppio senso della parola). Ma voi direte, cosa c' entra il boss Provenzono con la fede? C' entra, e come! A tal punto che forse siamo di fronte a qualcuno che crede (finalmente) in Qualcuno, più alto di lui. Non pensava così Provenzano prima di cio'! Forse nessuno di noi può entrare nel suo stato d' animo, negli abissi del suo cuore, per sapere cosa c'è dentro. Sappiamo cosa c'era dentro prima. Lasciamolo, da credenti al giudizio finale della Legge di Dio, quella che più conta per noi mortali.
Tuttavia avere fede significa impegnarsi
gioiosamente con Dio. Credere è vivere la vita con spirito pasquale,
cioè come risurrezione perenne e costante nascita alla vita nuova di
Dio. È arrischiarsi a convertirci radicalmente cambiando la rotta
della nostra vita e dando ragione della nostra speranza, malgrado
l'ingiustizia e il dubbio. Perché la conversione, come il credere, è
compito di ogni tempo, incluso quello pasquale. |
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Lo riconobbero nello spezzare il pane» New York, La Liturgia di Domenica 4 Maggio 2014, III DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) e-mail: VJIM19@aol.com |
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