Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli
|
|
di Vincenzo La Gamba E' uno dei Vangeli di Matteo più profondi e belli sopratutto per la sua semplicità di a cui sono molto affezionato. Più lo si legge questo Vangelo più si danno spazio a delle riflessioni che hanno a che fare con il nostro mondo di vivere in modo da capire la realtà della vita cristiana. Dice Gesù: "Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo é, infatti, dolce, il mio carico leggero (Mt. 11, 28-30)". Quante perle dentro poche parole! Ci sono brani del Vangelo che si staccano radicalmente dal luogo comune come fossero uno "spaccato di cielo", che si apre sul capo degli uomini per mostrarci una dolcezza, una tenerezza di Dio, che difficilmente sperimentiamo tra noi, creature stesse di Dio. Siamo abituati troppo spesso ad avere l'esperienza di "spalle curve" per il dolore o la croce che ci accompagna tutti, senza distinzione. Per alcuni la croce é una maledizione, per altri la croce é il segno inconfondibile dell' umiltà ed amore. Per molti portare la croce significa esibirla ad una collana al collo, sia essa d' argento, di oro. E' quella di legno che San Pio ha voluto portare pesantemente sulle sue spalle per più di mezzo secolo. Per questo assaporiamo le parole odierne del Vangelo con la gioia delle grandi rivelazioni, che sono "lo spaccato" del Cielo di cui accennavo sopra. Sono come la rugiada che si posa sull'arido deserto della nostra vita. E di deserti é piena l'intera umanità. Solo una piccolissima parte dell’essere umano sopporta il carico della Croce. Chi? I santi, i beati, le persone di cuore, le persone umili. Chi ha sopportato la Croce per primo? Gesù, il salvatore che se lo vedessimo, ci apparirebbe così: questo aspetto dolce, mite e buono e soprattutto umile di Gesù si impone come essenziale. Il "Christus Humilis" é il centro della Cristologia di Sant' Agostino ed impronta tutto l'insegnamento evangelico a nostro riguardo: Che cos'altro Gesù insegnò se non questa umiltà? In questa umiltà ci possiamo avvicinare a Dio. É proprio così. Si. Gesù é l'uomo buono per eccellenza. Egli é disceso per essere come noi. Si é fatto noi; si é fatto povero, si é fatto obbediente per la volontà a Suo Padre, si é fatto paziente, ma soprattutto si é fatto vittima per noi, affinché nessuno dei suoi fratelli in umanità potesse sentirlo superiore a tutti. Egli, invece, si é messo ai piedi di tutti. Egli é per tutti. Anzi di ciascuno di noi al singolare. Lo dice San Paolo: "Egli ha amato me e si é sacrificato per me". Gesù ci rivela il Suo cuore e ce lo dona come "scuola di amore" a degli studenti, come noi, che siamo asini ad imparare le cose buone, ma impariamo bene quelle cattive. "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!". Ecco il segreto della bontà di cuore di Gesù e di alcuni uomini della terra: l' umiltà, ossia il "farsi nulla", dare la propria disponibilità a tutti, senza interesse alcuno.
"Dio é umile!". Così San Francesco d'
Assisi é rimasto sempre folgorato da un atteggiamento di Dio, che,
in Gesù, diventa chiaro come un raggio di luce perché l' umiltà é
trasparenza, mentre il nostro egoismo e la nostra viltà sono il
cancro della nostra esistenza umana. |
|
|
La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli» New York, La Liturgia di Domenica 29 Giugno 2014, SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI e-mail: VJIM19@aol.com |
|