Meditazioni

Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze

 

di Vincenzo La Gamba

Il testo del Vangelo odierno ci presenta un'altra parabola del Regno. In questa circostanza il Regno di Dio è presentato con l'immagine del banchetto nuziale, imbandito da un Re per il suo figlio ed al quale invita a partecipare le persone scelte e selezionate come speciale attenzione da parte sua.

Invece succede che tra tutti gli invitati eccellenti nessuno si presenta ed ognuno con motivazioni diverse diserta l'agape della fraternità, la mensa della gioia e della condivisione, facendo prevalere gli interessi personali su quelli della comunità.

Di fronte a questo atteggiamento di rifiuto, di noncuranza, il Re, che pure ha sofferto per quel comportamento, non si scoraggia, va oltre e chiama a condividere il banchetto nuziale altre persone, buone e cattive, senza più distinzione o preferenze di sorta. Sarà perché la fame di Dio in certe persone si evidenzia soprattutto in determinate circostanze, sta di fatto che il Vangelo ci presenta una sala piena di commensali, che vogliono accostarsi a tale banchetto ed anch'essi beneficiare di quella speciale mensa imbandita. Chiaramente c'è il riferimento alla possibilità che ogni uomo di buona volontà, chiamato a fare esperienza di Dio, nonostante i suoi limiti, la sua condizione di peccato, risponde con generosità ed inizia un cammino di conversione. Atteggiamento da lodare rispetto agli orgogliosi che decidono anche di poter far a meno dell'invito nuziale e di concentrarsi completamente sulle loro presunte autosufficienze. Una lezione di vita quella che ci viene dal Vangelo e che ci presenta il duplice atteggiamento dell'accoglienza o del rifiuto del Regno di Dio. Evidentemente molti preferiscono gioie di altro genere, che sicuramente non riempiono il cuore dell'uomo, rispetto alla partecipazione al banchetto nuziale, imbandito per noi e per la nostra vera felicità.

Rileggiamo il passaggio più significativo della Parabola odierna. Il Re dice ai suoi servi "Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".

Un breve commento al riferimento della veste bianca di cui risultò sprovvista una persona tra le tante invitate per caso al banchetto. Molti vedono in questo segno il riferimento al Battesimo, quasi a conferma della dottrina cattolica che il sacramento del Battesimo, fondamentale per la personale adesione a Cristo, è indispensabile per la partecipazione al Regno in questo mondo e nell'eternità. Ed è comprensibile simile lettura, anche se, oggi, la teologia e la dottrina vanno oltre questa interpretazione e prospettano una salvezza eterna anche per coloro, che senza loro colpa, non hanno conosciuto Cristo, per cui non vi hanno potuto aderire.
Ma altrettanto importante è il monito finale che il testo del Vangelo pone alla nostra meditazione personale e che ci deve fare riflettere davanti alla crisi del sacro, alla perdita della fede, ai vari compromessi con la coscienza, allo sminuire del valore dell'eternità davanti ad un cultura che costruisce sempre più pseudo-paradisi terrestri, che non potranno rendere felice l'uomo nel profondo del suo essere. "Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti". Tra questi chiamati ci siano noi. L'auspicio è che, con il nostro personale impegno di rispondere generosamente alla chiamata alla santità, possiamo entrare tra il novero dei pochi che avranno la sicurezza di una salvezza eterna. Ma è anche nostro profondo desiderio che non ci sia nessuno che non si salvi davvero.

 

La Liturgia di Domenica 12 Ottobre 2014, XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

Vangelo

(Mt 22,1-14)
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze

 

Dal Vangelo secondo Matteo
 

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali».

 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» New York, La Liturgia di Domenica 12 Ottobre 2014, XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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