Il bambino cresceva, pieno di sapienza
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di Vincenzo La Gamba Oggi è la domenica riservata alla Sacra Famiglia per eccellenza: Maria Vergine, Giuseppe e Gesù Bambino. È chiamata così perché essa è fondamentalmente una famiglia speciale. Per renderci conto di quanto sia speciale ricordiamo quanto scritto da Madre Teresa di Calcutta: "Se potessimo riavere Gesù nella nostra vita, soprattutto quello che Gesù, Maria e Giuseppe hanno vissuto a Nazareth e potessimo rivivere nelle nostre case un'altra Nazareth, penso che gioia e pace regnerebbero sempre in questo mondo". Certamente Dio ha mandato 2014 anni fa Suo Figlio per farLo crescere in una famiglia in l’ amore é l’ essenza della vita. Domandiamo a noi stessi: Cosa é cambiato dopo la nascita di Gesù Bambino? Quale é il senso della famiglia nella società d' oggi? Un legame stretto tra famiglia e la nascita di Gesù é pur rimasto durante questi venti secoli. Lo abbiamo sperimentato in questi giorni, quando in famiglia abbiamo festeggiato il Santo Natale, una delle più tenere feste della Liturgia Cattolica. Celebrando a pochi giorni di distanza la festa della Sacra Famiglia si vuole rafforzare il concetto che la Famiglia e’, in verita’ sacra o almeno dovrebbe esserlo anche a distanza di 20 secoli. A volte si dice pure che le feste (ed in particolare il Natale) portano ferite nelle "migliori" famiglie mettendo in evidenza un legame che si rileva fragile e vulnerabile. Molti sono i genitori feriti dalla festa di Natale: sono soprattutto i genitori degli adolescenti. Lo stesso vale per fratelli e sorelle. Il Natale ripropone loro l'evidenza di un distacco. A volte, potrà trattarsi di un distacco anche esteriore nei loro confronti; ma in ogni caso, il distacco che ferisce è quello interiore. Ma anche questi figli, fratelli e sorelle imclusi, sono feriti dal Natale, assai più di quanto non dichiarino o lascino trasparire. L'essere estranei alla gioia e alla pace di questa tenera festa è per loro motivo di sofferenza: forse inespressa, inesprimibile eppure vera e palpabile. Succede semplicemente che la famiglia e la casa sono paragonabili ad un albergo, una pensione, un dormitorio, un carcere per tutti: marito, moglie, genitori e figli. Sembra che regni lo smarrimento della vita e delle cose. Anche Maria e Giuseppe sono smarriti, nel brano evangelico di questa domenica (Lc 2,22-40). "Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di Gesù", il loro figlio. Eppure Maria e Giuseppe presentano quel figlio al tempio: sanno che Dio è fedele alle sue promesse. Così, d'altronde, fece pure Abramo, che offrì Isacco, il suo unico figlio, sapendo che Dio è capace di far risorgere anche dai morti. Maria, Giuseppe, Abramo offrono i loro figli a Dio, nella certezza che lui ricorda sempre la sua alleanza. E allora anche oggi che celebriamo la festa della Sacra Famiglia occorre che i genitori si affrettino a presentare i figli al tempio, cioè avvicinarli ai Sacramenti. Se poi questi figli e figlie sono cresciuti, e al tempio (quindi in Chiesa) non vogliono più andare, non si scoraggino: li portino ugualmente, mediante la loro preghiera e la loro fede, ma soprattutto li pongano ugualmente nelle mani del Padre, e attendano da lui con fiducia una benedizione. É il modo migliore di appartenere alla famiglia di Dio, alla comunità religiosa, al futuro spirituale di una generazione smarrita. Molte volte se i giovani non crescono nella fede può essere colpa dei genitori che esercitano il ruolo di "amici" dei figli più che di padre e madre. Una vera famiglia per essere tale deve essere "sacra" nella funzione e nel rapporto tra genitori e figli. Così come é successo a Giuseppe e Maria che "si stupivano delle cose" che la gente diceva sul conto del loro figlio, il quale poteva sempre contare sul loro amore di genitori.
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Il bambino cresceva, pieno di sapienza» New York, La Liturgia di Domenica 28 Dicembre 2014, SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO B) e-mail: VJIM19@aol.com |
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