Fa udire i sordi e fa parlare i muti
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di Vincenzo La Gamba Domenica 6 Settembre, 2015 - XXIII.ma T.O. Con la XXIII.ma Domenica di Tempo Ordinario, l' Evangelista Marco ci racconta l'episodio della guarigione del sordomuto, che, in verità, non ci dovrebbe cogliere impreparati nella nostra quotidianità. Potremmo anche dire che questo brano ci ricorda il rito del battesimo, quando il sacerdote fece su di noi esattamente quello che Gesù compie sul sordomuto, cioè toccare le orecchie e la bocca che nel simbolismo più semplice del rito battesimale significa che, da grande, le orecchie servono per sentire la "Parola" di Dio per poi proclamarla con la bocca. Questo passaggio viene proclamato nella seguente maniera: "Il Signore ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede". Se ci pensate bene è sin dall' inizio della vita - quando è ancora impossibile ascoltare parole - che ci viene comunque detto che l'ascolto della Parola è la nostra salvezza ed il brano evangelico riportato da Marco assume un valore simbolico per l' intera nostra vita. Sì, perché delle parole evangeliche ne basta "UNA SOLA" per cambiare l'uomo, per trasformare la vita. Quel che più conta è che ad ogni buona azione di Gesù dovrebbe corrispondere una reazione maggiormente più buona da parte dell' uomo. Se interpretiamo bene il gesto di Nostro Signore Gesù Cristo ci accorgiamo che lo stesso Gesù, non si rivolge all' orecchio e alla bocca ma all' uomo intero, all'intera persona. Infatti è al sordomuto, non al suo orecchio, che Gesù dice: "Apriti!". E' chiaramente l'uomo intero che guarisce "aprendosi" a Dio e al mondo. Il miracolo, tuttavia, si realizza in due cicli diversi. Nel primo quando Gesù, non tira ma tocca le orecchie dell' uomo perché è necessario che l'uomo si "apra" all' ascolto della Parola di Dio. Nel secondo ciclo non gli tira la lingua ma tocca la lingua dell' uomo, in modo che quell'uomo, dopo aver ascoltato, può parlare correttamente. Essenzialmente c’è un legame stretto tra ascolto della parola e capacità di comunicare. Chi non ascolta resta muto, anche nella fede. Non è vero, cari amici fedeli? E' necessario perciò anzitutto ascoltare la "Parola" di Dio perché essa purifichi e fecondi il nostro stesso modo di esprimerci. Per noi cristiani si tratta di una grossa responsabilità, perché l'unico modo che abbiamo di compiere la missione evangelizzatrice è attraverso l' uso ed il bagaglio della "PAROLA", che può muovere le coscienze, non solo le montagne. Perché ? Ce lo rammenta Gesù nel Vangelo di Matteo: "Nel giorno del giudizio gli uomini dovranno rendere ragione di ogni parola inutile da essi detta; poiché sulle tue parole tu sarai giustificato e sulle tue parole tu sarai condannato" (Mt 12 37). La guarigione del sordomuto diviene emblematica mentre riprendiamo la nostra quotidianità perché ci indica che dobbiamo anzitutto ascoltare Dio e poi comunicare agli uomini il suo amore. In una società sorda in cui viviamo abbiamo bisogno di più seminaristi nei seminari e piu' bravi predicatori che possano far comprendere la bellezza delle Sacre Scritture con il parlar semplice, specialmente se le parole con le quali si esprime vengono dagli abissi del cuore. Sembra strano ma le ultime statistiche ci indicano che la gente e' un po' stanca di sentire prediche lunghe, che non toccano il cuore, il che significa che il messaggio sentito con le orecchie non e' "sentito" dal cuore. C' e' molto da riflettere su questo. Lo faremo in seguito.
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Fa udire i sordi e fa parlare i muti» New York, La Liturgia di Domenica 6 Settembre 2015, XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) e-mail: VJIM19@aol.com |
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