Meditazioni

Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire

 

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica 13 Settembre, 2015 - XXIV.ma T.O.

 

"Voi chi dite che Io sia?." È l' interrogativo "per eccellenza" che Gesù pone ai Suoi discepoli;interrogativo che continua ad essere a noi rivolto, ieri come oggi. Il bello di questo interrogativo e' che ognuno di noi ha una risposta che non necessariamente e' uguale per tutti.

Ognuno di noi risponde in modo diverso. Da cosa dipende ciò?

Sicuramente dalla nostra diversa struttura psicologica, con i suoi centri d' interesse in ogni età della vita, dalla formazione cristiana e dalla pratica religiosa più o meno assidua. Certo e' che questo quesito Gesù non lo pone a chi non conosce chi Egli è.

Per noi cristiani cattolici è la domanda centrale della nostra fede. Ognuno, dicevo prima, può rispondere in modo diverso.

Io ad esempio di Gesù dico Egli e' amore e non perché l' ha detto Giovanni nel Vangelo ma perché perché ho capito nel mio recente viaggio spirituale che Dio è amore e carità. Attraverso la preghiera ho capito veramente quanto Gesù mi ami, più di quanto io ami Lui.

Perché – vedete - la preghiera, è esattamente ciò che scrisse il filosofo danese Soren Kierkegaard: "Gli antichi - scrive giustamente - dicevano che pregare è come respirare. Perché io respiro? Perché altrimenti muoio".

Così la preghiera. Per fare una analogia che regge, dico che da una parte ci nutriamo con i Sacramenti  e con la preghiera troviamo l' ossigeno per respirare.

Bello vero? Si, perché prima del nutrimento c'è la respirazione e la respirazione è tutta coinvolta nella preghiera, come segno della nostra vita spirituale con Gesù.

A ciò aggiungo, quello che per me  è l' essenza della vita: l' intimità con Gesù, nel senso più spirituale possibile perché è attraverso la preghiera che l' uomo parla con Gesù ed è, invero, il dialogo con Gesù, che ci avvicina al divino.

La preghiera  e l' amore sono come una dolce vitamina. Non fa mai male, perché alla base di tutto c'è una forma ricostituente, che è l' amore di Dio verso di noi.

Scrisse Sant' Agostino questa semplice frase: "Prima ama. Poi, fai quello che vuoi".

E' vero! Ci sono vari modi di amare Gesù. Ci sono vari modi di ricevere l' amore di Gesù nella nostra vita. Io ve lo spiego con il concetto Eucaristico: per mezzo di lui, con Lui, in Lui.

Per "mezzo di Lui" ho istituito una relazione spirituale che genera amore non a livello personale, ma per gli altri, perché Gesù è fondamentalmente il mio amico più intimo.

"Con Lui" mi sento più forte e sicuro perché "sento" la Sua presenza nell' anima e nel cuore. È sempre al mio fianco per proteggere me, la mia famiglia e gli altri come me, sebbene non sono degno del suo amore, perché più mi è vicino, più mi sento una piccolissima cosa di fronte a Lui. Per di più commetto peccati. E mi domando se sono poi il solo, però come peccatore ho sempre sete del suo amore e non il contrario. Sapete perché perché sono "povero" del Suo Spirito (così come scritto nelle Beatitudini) nel senso che sono in riserva come se non avessi benzina nel serbatoio. Ma la colpa e' mia, solamente mia se vengo meno a pregare e dialogare con Lui. 

Come sopperire a questa deficienza spirituale? Bisogna perseverare a trovare in Lui trovo serenità, pace e tranquillità. Mica e' facile una pace interiore se essa non viene generata dalla vicinanza di Gesù nella mente e nel cuore. 

Ed è "in Lui" che trovo la ragione della mia vita spirituale. Se andassi a comprarla al supermercato non potrei trovarla, perché non è qualcosa che si compra e si vende. Non si acquista al chilo, perché non ha prezzo. Non è in vendita. E allora? 

Come si sente uno che non può avere una vita spirituale con Gesù? Io mi sentirei come un pezzo di corda che non ha ancora legato le tre virtù teologali: fede, speranza e carità.

Ancora meglio.  Mi sentirei come un filo elettrico che non conduce corrente, perché manca la corrente elettrica che è la presenza di Gesù.  Mancando Lui si vive nel buio. Ed io non voglio vivere al buio, perché Egli è la luce, la luce delle luci. È una luce viva, perché Cristo è un essere vivo.  Non è mai morto. 

Ecco perché la preghiera non muore mai perché respira nei polmoni delle genti come un gesto che si ripete da secoli, perché la preghiera è Gesù e Lui ha sconfitto la morte. Ciascuno di voi, si chieda oggi: "Chi è per me Gesù?".

Datevi una risposta sincera a questo quesito. E' il termometro della nostra fede in Lui.

 

La Liturgia di Domenica 13 Settembre 2015, XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

Vangelo

(Mc 8,27-35)
Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire

 

 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire» New York, La Liturgia di Domenica 13 Settembre 2015, XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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