Meditazioni

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica 24 Aprile, 2016 - Quinta dopo Pasqua

Leggendo bene l'odierno Vangelo di Giovanni, l'Evangelista dell'amore per eccellenza e l' Apostolo preferito di Gesù, si ha l'impressione che Cristo abbia aggiunto l'undicesimo comandamento al Decalogo di Mosè, ricevuto sul Monte Sinai.

In realtà di comandamento nuovo non si tratta, sebbene Gesù dice ai Suoi discepoli: " Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come Io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Poi Gesù conclude dicendo: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

Perché é «nuovo» questo comandamento? Perché ci piace tanto il "nuovo" per abbandonare il "vecchio”? Il motivo principale é che la "novità," ciò che non é ancora conosciuto, lascia più spazio all' ansia e alla sorpresa.

"Nuovo" non é il contrario di "antico", ma di "vecchio". Infatti "vecchio" é ciò che con il passare del tempo migliora ed acquista valore. Per questo oggi si cerca di evitare di usare l' espressione "Vecchio Testamento" e si preferisce parlare, invece, di " Antico Testamento".

La domanda sorge spontanea: É quello del Vangelo odierno un comandamento nuovo oppure antico? In verità é l' una e l' altra cosa. Antico secondo la Lettera; Nuovo secondo lo Spirito.

É fondamentale capire quello che ha detto Gesù: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi."

Riflettiamo insieme. Anzi partiamo dal segno sicuro della nostra fede in Cristo che è l'amore. Ci amiamo gli uni gli altri?

La risposta è soggettiva: Anche se è vero che l'amore deve essere fraterno proprio perché ci è stato promesso un mondo nuovo nel quale anche le relazioni umane raggiungeranno la loro pienezza.

C'è chi di questa promessa non ne vuole proprio sapere e, badate bene, non mi riferisco a gente di altre religioni ma ai battezzati in Cristo, che già allontanandosi dalla Chiesa e da Dio non hanno amore verso Dio, che è amore.. così come sostiene Giovanni.

Per questo motivo mi colpisce sempre di più quanto scritto da Sant' Agostino: "Ama ; poi fai tutto quello che vuoi!". Sarebbe il massimo, non è vero? Eppure amare e fare poi tutto quello che vogliamo è facile a parole, ma non nella nostra vita quotidiana. L'amore è il distintivo del vero cristiano. E' un distintivo che certo non si porta sui vestiti, ma per chi veramente crede nell' amore divino lo si ha dentro il cuore. L'amore, come la fede, costituisce l'essere o il non essere cristiano. Per questa essenziale ragione il cristianesimo non è una religione del libro, ma una parola viva che è persona, fatta amore: Gesù Cristo, il Figlio di Dio Padre.

In ogni sua omelia il Neo-Papa Francesco ci rammenta che Gesu' deve essere sempre al centro della nostra esistenza. Questo per farci intendere che l'amore che Cristo ci ha consigliato di accettare come precetto è un amore in perenne stato di missione verso il mondo, per creare comunità e persone. Da ciò si deduce quanto possa radicarsi l'amore se esso è esempio che viene da chi è stato chiamato a questa importante missione. Missione che Papa Francesco ha incominciato (e bene aggiungeremo tutti) perche' non basta solamente credere ciecamente il Signore ma bisogna amarlo allo stesso come Lui ama noi.

E sentire il linguaggio semplice dell' amore attraverso Papa Francesco sembra di scoprire qualcosa di nuovo ma che in verità non lo e'. Mi viene in mente quello che ha scritto Madre Teresa: "Io non so fare grandi cose; solo piccole cose con grande amore".

Ultima riflessione: "amare fino alla fine". Che significa? Amare fino alla prova suprema di dare la propria vita se é necessario. Significa pure amare sino alla fine, senza aspettarsi nulla.

Cercare il bene solo degli altri: é possibile? Se Gesù ci insegna il "nuovo comandamento" é perché quello vecchio non é stato capito. Perché "nuovo" appartiene a quel ristretto numero di parole magiche, che evocano sempre e solo sensi positivi, come l' amore che non ha confini. Questa é la scuola dell'amore! Seguendo Gesù la si impara ...

La Liturgia di Domenica 24 Aprile 2016, V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

 

Vangelo

(Gv 13,31-35)
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri
 

 Dal Vangelo secondo  Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» New York, La Liturgia di Domenica 24 Aprile 2016, V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

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