Meditazioni

La vostra pace scenderà su di lui

 

di Vincenzo La Gamba

 

 Domenica 3 Luglio, 2016 - XIV.ma di TO

"La messe è molta. Andate! Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi" è la frase di avvertimento che Gesù proclama nell'odierno brano evangelico di San Luca. Non è certo un avvertimento incoraggiante per i Suoi discepoli. Non è nemmeno il volere di Gesù che vuole vedere soccombere alla prova e alla persecuzione i Suoi Apostoli.

È solamente un testamento di amore che va sottolineato per la sua grande verità. Chi segue Gesù come missionario ed Apostolo sa di andare incontro a tutte le difficoltà possibili ed immaginabili. Così successe, in modo profetico, ai Suoi Apostoli, che divennero perseguitati e martirizzati in nome del Figlio di Dio e di Suo Padre.

Gesù , nostra presenza nei secoli, ci ammonisce, oggi come allora, di non "portare bastone, bisaccia né sandali" perché la nostra sicurezza sarà la Provvidenza Divina nelle vestigia di coloro nella cui casa saremo accolti, il che dovremmo riconoscerla come ricompensa da parte del Signore.

Egli ci avverte della possibilità del disprezzo e del rifiuto da parte degli altri ed in tale circostanza si premura di istruirci su quale debba essere il nostro atteggiamento: "Scuotete la polvere dai vostri calzari".

Cosa significa? Significa che non è necessario il successo a tutti i costi, ma quello che è molto importante è l' impegno e lo zelo missionario indipendentemente dai frutti.

Ci esorta a curare i malati perché ad essi venga annunciato il Regno di Dio, perché lo scopo della guarigione è in relazione all' amore del Padre.

In tutte queste raccomandazioni che Gesù fa' ai Suoi discepoli nell'odierno Vangelo si riscontra un solo comune denominatore: Dio. Nulla di strano se è Lui stesso ad agire nella persona dei 72 discepoli, come descritto nel Vangelo di Luca, provvedendo a tutto affinché essi possano lavorare efficacemente e con assoluta tranquillità.

Tanto più che, se consideriamo il numero stesso di 72 (discepoli ) messo a confronto con il numero 72 (popoli) che appare in Genesi 10, noteremo che esso rappresenta l'universalità delle nazioni a cui è rivolto il Vangelo e che quindi è volontà di Dio che la Sua parola venga comunicata a tutte le nazioni.

Parafrasando San Giovanni Paolo II, potremmo dire: "Non abbiate paura di essere missionari!". È umano avere paura, ma la missione deve superare qualsiasi ostacolo e sorpassare tutti i timori.

Perché uno scienziato, un medico, un architetto oppure un avvocato non ha timore di parlare e mettere in pratica la sua professione? Perché noi credenti dovremmo, quindi, avere paura di parlare del Signore, della Sua persona, della Sua vita, della Sua verità, del Suo amore e del Suo mistero?

La fede e la missione cominciano nel cuore, ma debbono terminare nei fatti e sulle labbra. Al giorno d'oggi essere missionario non significa necessariamente partire per un paese lontano a predicare la fede e lo stile di vita di Cristo. È il nostro quotidiano atteggiamento che ci porta ad agire come missionari nel nostro quartiere, nella nostra comunità, e, primo fra tutti, le pareti di casa propria. Va da sè che questo è un atteggiamento da vero cristiano. Siamo sinceri: l' immagine del cristiano che va a messa, che crede nei dogmi della Chiesa ed adempie ai comandamenti, è incompleta ed un po' antiquata, perché, al giorno d' oggi, non basta. Essere cristiani nel vero senso della parola è avere una missione e realizzarla con zelo, entusiasmo ed ardore nelle occupazioni della vita. Siamo tutti missionari nella Chiesa di Dio.

Missionario, in senso lato, significa pure coscienza viva di essere inviato. Questo non succede a tutti, ma se amiamo fedelmente la Chiesa è anche vero che la migliore maniera di esprimere il nostro senso missionario è quello di avere lo "spirito missionario".

La nostra missione deve essere, dunque, la nostra corona e la nostra gloria.

 

La Liturgia di Domenica 3 Luglio 2016, XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

 

Vangelo

(Lc 10,1-12.17-20)
La vostra pace scenderà su di lui
 

 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «La vostra pace scenderà su di lui» New York, La Liturgia di Domenica 3 Luglio 2016, XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

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