Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno
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di Vincenzo La Gamba
Domenica 20 novembre, 2016 -Festa di Cristo Re - Luca 23: 35-43 La solennità di Cristo Re venne istituita da Papa Pio XI nel 1925, in risposta ai regimi politici totalitari che negavano i diritti di Dio e della Chiesa. Ma se la festa è di 91 anni ... la sua idea è molto vecchia e si può dire che è nato con il cristianesimo. Esso coincide anche con la chiusura dell'Anno Giubilare della Misericordia, instituito da Papa Francesco lo scorso 8 Dicembre. Il Vangelo di oggi ci racconta la morte di Cristo in croce su cui era scritto: "Questo è il re dei Giudei .. Se si guarda Gesu' sulla Croce si nota che sopra la sua testa c'e' un' iscrizione che recita: INRI, il che significa" Iesus Nazarenous re Iudeorum", cioe' Gesu' di NAZARET, re dei Giudei. Non c'era davvero nessuna giustificazione della morte di Gesù sulla croce, anche se rappresentato (agli occhi del celeste "Padre), la proclamazione della sua sovranità universale. Nell' odierno Vangelo emerge l' 'immagine memorabile di due uomini. Uno è Gesù, l'altro non è altro che un ladro sconosciuto e senza nome. Ancora più memorabile per noi è la frase che il ladro disse a Gesù: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Perché ci ricordiamo molto bene di questa famosa frase del ladro? Probabilmente perché la nostra memoria ci collega al passato, ma allo stesso tempo ci aiuta a concentrarci al presente. I due uomini non potrebbero essere più diversi in tutto: "Gesù è il Figlio senza peccato perfetta di Dio." Il ladro è un ladro, anche se solo un buon ladro. Quindi un uomo peccatore condannato a morte. Hanno in comune: il simbolo della croce e l'imminenza della morte, anche se sappiamo per certo che la Crocifissione di Gesù è una crocifissione ingiusta. Ricordiamo bene che la notte di Giovedì Santo, Gesù ha raccolto i suoi apostoli e ha istituito l'Eucaristia, un atto di commemorazione praticato dalla Chiesa per celebrare la presenza e la potenza del Cristo vivente attraverso il pane e il vino. Essi sono stati consacrati da Gesù con queste semplici parole: "Fate questo in memoria di me". Gesù non vuole essere dimenticato e noi lo ricordiamo sempre durante la celebrazione di ogni Eucarestia che significa letteralmente "ringraziamento" cioè si rende grazie a Dio, che ci ha mandato suo Figlio in terra., come nostro Redentore e Salvatore. Nel buio di quel brutto pomeriggio il ladro ha il coraggio di chiedere a Gesù per un atto di misericordia. «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". E ', infatti un profondo atto di fede. Questo buon ladrone pentito ha avuto il coraggio di credere in Gesù, perché si rese conto che avrebbe continuato a vivere dopo la morte. In quel preciso istante il buon ladrone è convinto che Gesù sta per entrare nel suo Regno, il regno che ha promesso a noi,un regno in cui non ci sarà più dolore, lacrime e sofferenza. Solo la pace e la serenità e la felicità. ", ci ricordano le Sacre Scritture. Da rilevare che il buon ladrone non offre nulla a Cristo in cambio di questo atto di misericordia. Senza rendersene conto questo ladro sta giocando la nostra parte in questo misterioso dramma della morte. Sì, in effetti. Il ladro ha parlato a nostro favore: "Gesù, ricordati di tutti noi quando arriviamo al tuo Regno". Egli ha pronunciato queste parole, riecheggiando il con cuie Cristo ascolterà le nostre accorate parole di speranza per le nostre anime. Per questo motivo noi dovremmo fortemente credere che Gesù Cristo deve sempre essere al centro della nostra vita, della nostra esistenza. La verità è che noi credendo così, non vogliamo essere dimenticati da Gesù, prima di chiudere gli occhi per sempre. Celebrando quindi la festa di Cristo Re dovremmo porci la domanda secondo cui: E' Cristo, Re dell' Universo che regna nel mondo o e' davvero il Cristo che regna nei nostri cuori.? E' davvero Cristo Re, il re dei nostri cuori? Di certo lo è se siamo in pace con noi stessi. Esiste in noi un cuore tranquillo perché come beata Teresa di Calcutta, una volta ha scritto: Un cuore sereno è un cuore ardente d'amore. Secondo San Paolo "nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore e se moriamo, moriamo per il Signore, e poi, sia che viviamo, sia moriamo, siamo del Signore ". Allora e solo allora ci sentiamo le stesse parole che Gesù, ha detto al buon ladrone: "Oggi sarai con me in Paradiso".
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La Gamba Vincenzo M. -
Meditazioni: «Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo
regno» New York, La Liturgia di Domenica 20 Novembre 2016, XXXIV
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) e-mail: VJIM19@aol.com |
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