Meditazioni

Così fu detto agli antichi; ma io vi dico

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica 12 Febbraio, 2017 - VI di T.O.

Fra due giorni celebreremo la Festa di San Valentino, il Santo degli innamorati per antonomasia. Partiamo quindi da questa domanda: nella vita l' amore è difficile però e necessario volersi bene. E' vero? Ma é pur vero che l' amore non é amore se non viene corrisposto. E' altrettanto vero che l' amore non é un sentimento diffuso per fare sempre quello di cui abbiamo voglia. E' vero il contrario, cioè é servizio per il prossimo secondo i disegni divini.

Ed è per questo che Gesù enumera sei casi della vita quotidiana - noi vedremo oggi i primi tre - in cui si manifesta questo amore concreto: riconciliarsi con il prossimo, non adirarsi, non insultare nessuno, non commettere adulterio neanche nel desiderio, evitare il peccato, non divorziare da un matrimonio valido...
Il contrasto con i criteri che reggono il mondo attuale non potrebbe essere maggiore. Per quali valori i cristiani scommetterebbero? Ancora una volta siamo confortati dalla affermazione di Cristo: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24,35).

Gesù ha posto come unico comandamento l' amore nel senso lato della parola perché il Vangelo é il più grande messaggio d' amore mai scritto. Ma anche e sopratutto di sperare nell' amore sia esso divino o terreno.

Cosi come ha recentemente spiegato Papa Francesco ci deve essere un ritorno al cuore, che è il laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà fuori e prenderà figura di parola, gesto, atto. È necessario guarire il cuore per guarire la vita.

Il Papa ha recentemente invitato tutti a pensare proprio a cosa succede nel nostro cuore. “Tante volte- ha detto il Pontefice - il nostro cuore è una strada, passano tutti lì… Mettersi alla prova significa scelgiere sempre le cose che vengono da Dio.

So quale sono quelle che vengono da Dio? Conosco il vero criterio per discernere i miei pensieri, i miei desideri? Pensiamo questo e non dimentichiamo che il criterio è l’Incarnazione del Verbo. Il Verbo è venuto in carne: questo è Gesù Cristo! Gesù Cristo che si è fatto uomo, Dio fatto uomo, si è abbassato, si è umiliato per amore, per servire tutti noi. E l’Apostolo Giovanni ci conceda questa grazia di conoscere cosa succede nel nostro cuore e avere la saggezza di discernere quello che viene da Dio e quello che non viene da Dio”.

Nel brano evangelico di oggi dice Gesù che il comandamento dell'amore rifiuta non solo ogni atto contrario, ma ogni possibile incertezza o ambiguità per cui é auspicabile che l'amore in Dio e per ogni uomo o cristiano vero abbraccia Dio e il prossimo a tutto campo perché non tralascia nessun aspetto della vita ed elimina ogni atto contrario o anche di indifferenza.

C'è pure nell' odierno vangelo la parabola dell'invito che Gesù fa al banchetto preparato per le grandi nozze eterne. Manda gli inviti, ma gli invitati rifiutano l'invito preferendo i propri interessi personali. Ed alla fine ordina che si vada per le strade, per i vicoli, sede degli emarginati, dei barboni, e si portino quelli, fino a che la sala sarà piena.

Ma sottolinea Gesù a quel banchetto, anche se si è storpi o altro, poveri peccatori, come tutti noi, vuole che si vada con "la veste nuziale", ossia con il cuore aperto alla carità.

Viene voglia di pensare, guardando alla carenza di amore quanti oggi di noi, invitati al banchetto di Dio, si sentirebbero cacciati perché privi della "veste nuziale"?

Conviene indossare l' abito della bontà foderato d' amore.

 

La Liturgia di Domenica 12 Febbraio 2017, VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

Vangelo
(Mt 5,17-37)
Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.

 

 Dal Vangelo secondo  Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Così fu detto agli antichi; ma io vi dico» New York, La Liturgia di Domenica 12 Febbraio 2017, VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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