Lo riconobbero nello spezzare il pane
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di Vincenzo La Gamba
Domenica 30 Aprile, 2017 - III Domenica dopo Pasqua L' odierno brano evangelico tratta la continuazione riguardante l' episodio dei discepoli di Emmaus che, tornati a Gerusalemme, raccontano il loro incontro con Gesù Risorto.
Ma come? Come sarà possibile che Se Gesù e' morto e' pure Risorto? Questa e' la domanda che tutti si chiedono ma che nessuno disputa se si e' cattolici veramente. Anche i discepoli non erano convinti del mistero più grande della Chiesa: la Risurrezione di Cristo Gesù!
In quel momento di meraviglia forse qualcuno ha confuso Gesù con un fantasma. Non sarà stato facile per loro vedere Gesù e convincersi che era proprio Gesù e non un fantasma. Essi si domandano convintamente: l' abbiamo visto soffrire e poi morire. Successivamente è stato seppellito in una cava e chiusa da una grande pietra che faceva da porta. Adesso ci compare così? Pensano seriamente che si tratti di un'allucinazione collettiva. Gesù Risorto propone, invece, ai discepoli un' interpretazione messianica dell' Antico Testamento nel suo insieme (vedi la legge di Mosè, profeti e salmi.)
Nella perplessità dei discepoli notiamo pure che la fede ha una fascia di "chiaroscuro", che si colloca tra il dubbio e l' abbandono fiducioso e che è fatta di rischio e sicurezza insieme.
Da un’ altra prospettiva ci accorgiamo che la nostra fede può essere coniugata come queste parole scritte nella Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono" (Eb 11,1).
Basterebbero queste sole parole per convertire non solo quelli che non hanno fede, ma coloro che non hanno fede abbastanza o quelli che (convenientemente) fanno credere di essere fedeli, cioè in possesso di fede, ma di fede ne hanno poca.
Però ... come è difficile credere, quando vi sono dei dubbi!
Cari fratelli e sorelle in Cristo, e' vero che alla fede non ci si arriva per deduzioni logiche o argomenti decisivi. Ci si arriva con l'abbandono, la fiducia, l' incontro intimo con Dio per accettare Dio per mezzo della Sua Parola. Il cuore, a volte, ha le sue ragioni che la ragione non conosce, per cui è sempre il cuore, e non la ragione, che sente Dio.
Io non credo a qualcosa perché è la ragione che mi dice che non devo o posso credere. .
Tuttavia avere fede significa impegnarsi gioiosamente con Dio. Credere è vivere la vita con spirito pasquale, cioè come risurrezione perenne e costante nascita alla vita nuova di Dio. È arrischiarsi a convertirci radicalmente cambiando la rotta della nostra vita e dando ragione della nostra speranza, malgrado l'ingiustizia e il dubbio. Perché la conversione, come il credere, è compito di ogni tempo, incluso quello pasquale.
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La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Lo riconobbero nello spezzare il pane» New York, La Liturgia di Domenica 30 Aprile 2017, III DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) e-mail: VJIM19@aol.com |
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