Chi
viene a me non avrà fame e
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di Vincenzo La Gamba
Domenica 5 Agosto, 2018 - XVIII di T.O.
Molte volte, quando siamo insoddisfatti di come le cose vanno nel cammino della nostra vita, ci domandiamo: Cosa ci manca o Chi ci manca?
É una domanda che non riguarda solo l'uomo o la donna qualunque, ma riguarda anche preti, suore, diaconi, tutti, insomma, perché comune è l'origine e la natura e quindi il desiderio di felicità.
Il Vangelo odierno racconta che il giorno dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, a Gesù la folla pose domande incalzanti: "Rabbi, quando sei venuto qua?" oppure: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio." Ed ancora: “Quale segno tu fai perché vediamo e possiamo crederti?"
Fondamentalmente la folla voleva conoscere non solo chi Gesù veramente fosse, ma sapere di più della Sua missione in terra.
E qui comincia la difficile spiegazione di Gesù che ammonisce tutti loro: "Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna e che il Figlio dell' uomo vi darà."
L' ammonimento sta nel fatto che la parola "pane" non viene riferita al "pane della terra", cioé tutto ciò che è vita temporale, dal cibo alla salute, alla casa, al benessere. Gesù aveva chiaramente fatto intendere che il pane che Lui offriva non era la manna che nutre il corpo, ma il "pane che sazia la fame del cuore".
"In verità vi dico, non Mosè ha dato il pane del cielo, quello vero: e il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". Allora Gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane."
E Gesù risponde alla domanda: "Io sono il pane della vita. Chi viene a Me non avrà più fame e chi crede in Me non avrà più sete".
Tradotto nel mistero Eucaristico ci accorgiamo che é bello nutrirsi del pane della vita e del vino, perché sono i simboli del sacrificio di Gesù attraverso i quali "sigilliamo" la venuta del Figlio di Dio, venuto in terra per redimerci dal peccato.
I Santi sono la testimonianza non solo della loro santità, ma della totale felicità della vita, perché non si sono mai privati del pane che sazia la fame del cuore. In ogni Messa ci nutriamo del pane e del vino per saziare la nostra fame e la nostra sete, essendo bisognosi della parola di Dio ed arrivare a capire, in ogni atto eucaristico,che cosa è la dignità umana, l' amore tra le persone ed i popoli nel rispetto dei diritti umani, la solidarietà e la carità.
Moltiplicare oggi il pane per i poveri comporta primariamente il miracolo di amare il prossimo.
Abbiamo, quindi, sempre bisogno di credere in Gesù, di pregare e comunicare con Dio, per vivere e trasmettere speranza, libertà e dignità umana.
Altrimenti il solo pane materiale, cioè l'avere e lo spendere, ci lasceranno vuoti internamente. Quando siamo attaccati al denaro ed il denaro diventa arbitro della nostra esistenza, non solo perdiamo il gusto delle cose semplici, ma tutto è marginale e non importante, incluso Dio.
Davanti alla religione del denaro che crea egoismo, insoddisfazione, depressione, stress, Gesù oggi proclama: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete".
Che altro aggiungere?
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La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» New York, La Liturgia di Domenica 5 Agosto 2018, XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
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