Guarì molti che erano affetti da varie malattie
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di Vincenzo La Gamba
Domenica 4 Febbraio, 2018 - Quinta di T.O. L' odierno brano evangelico racconta una giornata intensa da parte di Gesù; giornata che comincia con l' annuncio della Parola e l' ascolto delle persone, seguito dalle guarigioni, inclusa quella della suocera di Pietro. A sera tutto finisce e "Gesù scappa di nascosto per rifugiarsi nella preghiera". Se c'é una cosa che anche a noi é concessa, é l' uso della preghiera, non solo a sera, ma in ogni momento del giorno e in determinati momenti della vita. Va da sé che lo stress é sempre esistito ma si vuole ignorare quello che può essere un momento di relax spirituale: la preghiera a Dio, lo zenit del cordone ombelicale tra terra e cielo, la chiave ( come ricordava Padre Pio) che apre i cuori a Dio. Da rilevare l’ esempio di Gesù, un esempio per noi da imitare. É lui che ci ha insegnato a pregare e prima di noi ha insegnato i suoi Apostoli che ne fecero richiesta avendo sete di essere legati spiritualmente al Regno di Cieli. Come e’ noto Gesu’ ha fatto imparare ai suoi Apostoli il Padre Nostro, la preghiera per eccellenza. Essa é come il lavoro dell' uomo: é indispensabile. Fondamentalmente e’ un buon esercizio spirituale che ci rende utili per noi noi stessi ed gli altri. Infatti nella società in cui viviamo la preghiera non rappresenta per la maggioranza dei credenti un impegno preciso, perché non tutti pregano (oppure non sanno pregare) all' inizio, durante o a conclusione di una giornata. Per nostro privilegio la preghiera ci viene ancora una volta proposta da Marco nel brano evangelico odierno: Gesù non vede l' ora di scappare e rifugiarsi nella preghiera. Non ci descrive perché, ma possiamo facilmente immaginare che Gesù, una volta assolto il compito terreno durante il giorno, si intrattiene nella preghiera notturna col il Padre, per stabilire quel contatto umano-divino, frutto di una missione ancora non rivelata ai Suoi Apostoli. Per Gesù é la contemplazione la sorgente dell' azione, fine di ciò che ha fatto e principio di ciò che sta per fare. Perché non lo é per tutti noi? Perché non tutti sono inclini alla preghiera? La domanda é sempre la medesima nei secoli: perché pochi contemplano e ancor meno pochi pregano. E’ cosi? Si, purtroppo! Sarebbe riduttivo rispondere che non é un obbligo pregare se non si sente dal di dentro di pregare per sé stessi e per gli altri. Se la preghiera fosse lavoro saremmo "costretti" a pregare perché é necessario lavorare per trovare il modo di guadagnare per pagare le spese mensili di mutuo, affitto, utilità, assicurazione e via di seguito. Partiamo e concludiamo con questo principio. L' uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio é solo se stesso quando sta davanti a Dio. Sarebbe quindi naturale pregare Dio per ringraziarLo e vivere nella gioia, nella verità e nell' amore. Questo sarebbe un modo obbligato per instaurare un rapporto spiritualmente intimo con Dio, perché da un vero rapporto con Dio nasce il vero rapporto con se stessi, per se stessi e per gli altri. La preghiera, ci suggerisce Gesù, é un misterioso ma intimo incontro con l' assoluto di Dio; é un silenzio che invade il cuore e dona la capacità di leggere la nostra vita in un diario d' amore con Dio. La preghiera non é necessariamente legata ad un desiderio. Non é, dunque, un obbligo, ma é fondamentale per il cristiano, perché essa é il punto di approdo in Dio di ogni realtà cristiana.
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La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Guarì molti che erano affetti da varie malattie» New York, La Liturgia di Domenica 4 Febbraio 2018, V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) e-mail: VJIM19@aol.com |
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