Meditazioni

Egli doveva risuscitare dai morti

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica di Pasqua Primo Aprile, 2018

 

È finalmente arrivato il giorno di Pasqua, il giorno che celebra la Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, morto il Venerdì Santo per la remissione dei nostri peccati.

"Il Signore è Risorto per farmi Risorgere!" è una frase che ci può accompagnare tutta la vita. Come?

Noi non siamo come Lui. È  venuto in terra: si è Incarnato per noi, si è fatto Uomo per noi, risuscitando per andare nel Regno del Padre Suo, nel quale ci aspetta.

Si! Noi non siamo come Lui! Però la Pasqua ci invita a "Risuscitare" quanto la vita può avere mortificato e dimenticato. È un bel simbolismo la Pasqua, non è vero?  Certamente. Anzi la Pasqua è di più.  È  un "passaggio".  Per gli ebrei è il "Passover", cioè il passaggio dalla schiavitù alla libertà.

Per noi cristiani è il "passover", ovvero è il passaggio dalla tristezza alla gioia, dal dubbio alla certezza, dalla degradazione alla dignità.

È , infine, il trionfo della nostra fede. Chi non ha fede deve fermamente credere che con la morte non finisce la vita, ma che da questa vita rinasce una nuova vita.

Nella Pasqua ci identifichiamo tutti e per un giorno (uno solo?), ci ricordiamo delle persone con cui non si va d'accordo.

A Pasqua ci si perdona (o meglio, è l' occasione propizia per perdonare).

Non vi capita spesso che ottimi rapporti di amicizia, di lavoro, di famiglia e di professione possono incontrare momenti negativi?

Non vi capita spesso che fasi di incomunicabilità sono pericolosamente lunghe?

Con la festa della Pasqua bisognerebbe "Risuscitare" anche il dialogo con le persone con cui lo si è perso per cose futili e trovare queste occasioni per vincere i silenzi.

A Pasqua ci si perdona per quello che si è mal subito e per quello che si è fatto contro gli altri: un torto, una calunnia, un diverbio oppure una lite.

A Pasqua ci si augura che quel male che si è fatto non venga a ripetersi perchè quando si "risuscita" in Dio, ogni male è perdonato.

La Pasqua è una festa che la Chiesa ci insegna come la festa della salvezza, del trionfo della vita sulla morte.

È la fondazione della nostra fede, la sorgente ed il canale della nostra giustificazione, la meta delle nostre aspirazioni, la stupenda realizzazione delle nostre aspettative più intime.

La Pasqua, nel linguaggio ecclesiastico, è la fondata speranza che ci catapulta nel Regno di Dio.

È il giorno in cui bisogna cantare con immenso gaudio l'Alleluia e farlo vibrare e sentire da tutte le parti del pianeta: Resurrexit! Gesù è Risorto!

Parallelamente la "Via Crucis" si trasforma in "Via Lucis", nella luce del Vangelo che ci proietta dalla Risurrezione alla Pentecoste, perchè è il periodo (cinquanta giorni) più suggestivo e rivelatore della Chiesa: Gesù ha trionfato dopo aver umanamente sofferto in terra.

Ora ci vede e ci aspetta, seduto alla destra di Suo Padre, per farci entrare nel Regno dei Cieli, che Egli ha preparato per noi.

La felicità del Cielo non è un regalo, ma un giusto premio al nostro lavoro fatto in terra.

La felicità terrena non è uguale a quella in Cielo, perchè siamo nati per soffrire.

Citiamo uno dei tanti scritti di San Padre Pio: "Per me la sofferenza è espiazione, il mio pane quotidiano, la mia delizia!. Io soffro quando non soffro!"

Accontentiamoci almeno di un giorno, quello della Pasqua, per "risuscitare" quanto la vita ci fa  mortificare, soffrire e penare.

 

La Liturgia di Domenica 1 Aprile 2018, DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

 

Vangelo
(Gv 20,1-9)
Egli doveva risuscitare dai morti

 

 Dal Vangelo secondo    Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Egli doveva risuscitare dai morti» New York, La Liturgia di Domenica 1 Aprile 2018, DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

 

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