È il più
piccolo di tutti i semi,
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di Vincenzo La Gamba
Domenica 17 Giugno, 2018 - X.maI di T.O.
Quando uno legge le Sacre Scritture si accorge della validità delle parabole che Gesù' si avvale come strumento per avvicinare l' uomo ad una maggiore comprensione di se. Sono un contenitore straordinario per prestare parole che giacciono sommerse nell’animo umano.
Gesù ci parla ancora una volta del Regno dei cieli. Quando ci parla lo fa spesso con esempi sempre diversi ma sicuramente con esempi dalla straordinaria efficacia.
Nel Vangelo di oggi Gesù riprende la metafora della semina per parlare ai suoi del Regno di Dio. In particolare il Regno viene paragonato ad un seminatore che semina e poi aspetta che il seme cresca sapendo che germoglierà indipendentemente da ciò che egli farà.
Anzi, Gesù dice che il seminatore stesso sa soltanto che il seme germoglierà (quindi farà frutto) ma non sa neppure lui come questo accadrà.
Questo è, per tutti noi, confortante, perché significa che il Regno di Dio si farà strada indipendentemente dalle azioni degli uomini e anche perché a livello personale chiede a noi (alla terra) soltanto di accogliere in noi questo seme, cioè in una parola Dio ci chiede esclusivamente di fidarci di lui. Non importa che cosa facciamo, le volte che cadiamo, che commettiamo peccati.
Ecco quindi venir fuori tutto il nostro limite, la nostra fatica enorme nel fidarci di Dio, se prima non vediamo già spuntare un germoglio attorno a noi. Invece Gesù ci dice che è necessario che il chicco di grano muoia per poter poi rivivere trasformato in pienezza.
Nell' odierno brano evangelico due cose in particolare colpiscono la nostra attenzione: il seme germoglia e cresce indipendentemente dall’opera dell’uomo: e' la Parola di Dio in noi che mette le sue radici e porta frutto. Spetta a noi esercitare la pazienza (perché i tempi di Dio non sono mai i nostri tempi) e la fiducia (perché il progetto che Dio ha su di noi supera ogni nostro pensiero sulla nostra vita).
Però -in questa particolare parabola di Marco- quello che colpisce di più la nostra attenzione e' che Dio si serve delle cose più piccole per compiere opere grandi, come le piccole grandi cose della nostra vita.
La senape infatti è il più piccolo di tutti i semi, ma, se seminato nel terreno buono, diventa la pianta più grande dell’orto. Così il Signore si serve di noi: delle nostre piccolezze, delle nostre miserie e sa trasformarle nelle opere più belle.
Le parabole aiutano l’uomo a trovare la verità profonda ma lo fanno prendendo la strada meno difficile, accompagnando l’uomo nella ricerca di senso, senza schiacciarlo sotto domande troppo pesanti, da pensieri troppo ingombranti …e Gesù lo sa…
Un Dio che sa avvicinare chiunque senza far sentire nessuno diverso, sbagliato, ignorante, fuori posto. Gesù sa sempre chi si trova di fronte e sa scegliere sempre le parole più adatte, parole d’amore che toccano il cuore di tutti.
La parola di Dio pertanto arriva in noi come un piccolo seme delicato, impercettibile, silenzioso…anche se non avvertiamo da subito il suo fiorire, essa lavora in noi e produce il frutto sempre
Forse non crediamo alla semplicità dei piccoli gesti pieni di amore, alle parole sussurrate al momento giusto, parole che sgorgano dalla verità nella carità ed allora ci pare non esista più il seme divino che cade e fa frutto, senza che neppure tu lo sappia. Il mondo ci ha abituati al successo dai grandi gesti.
E' bello sentire Dio che afferma il contrario. Bello sapere che, come è nella Bibbia, la sua presenza è come un sottile vento che ridà vita. Bello vedere questa semplicità di Dio nell'amare l'uomo. E dovrebbe essere anche la nostra semplicità.
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La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto» New York, La Liturgia di Domenica 17 Giugno 2018, XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
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