Meditazioni

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

 

di Vincenzo La Gamba

 

DOMENICA 23 Dicembre, 2018  - Quarta di Avvento

 

Leggete bene queste parole dell' odierno brano evangelico e vi accorgerete della bellezza stilistica ed umana di Maria, Vergine e Madre di Gesù'. C'e' tutta la purezza e la bellezza dell' anima di Maria: " L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l'umiltà della Sua serva".

 

Nobili sono davvero queste parole esclamate da Maria, che visitando la casa di Zaccaria, saluta Elisabetta, sua cugina.

 

Luca contempla il rispetto tra due donne: c'e poi da aggiungere che il Magnificat non nasce nella solitudine, ma in uno spazio di affetto. Dio viene incontro nelle relazioni, è mediato da uomini, da incontri, da dialoghi, da abbracci. «Benedetta sei tu fra le donne!»

 

Benedetta sei tu fra le donne che sono, tutte, benedette. La prima parola di Elisabetta è una benedizione che da Maria discende su tutte le donne e che riassume la benedizione di tutta l'umanità al femminile.

 

Mancano due giorni solamente e sarà Natale! Maria, prima della festa di Natale, è la viva testimonianza di come una donna semplice sa sperare ed accogliere le promesse di Dio.

 

Alcuni sostengono che per Maria fosse chiaro il piano di Dio. Ma Maria non ebbe  una fede terminale della luce piena.  La sua fede cresceva e maturava progressivamente con gli eventi della salvezza che essa, fedelmente, conservava nel suo cuore e rileggeva spesso con la fede.

 

Le Sacre Scritture comprovano che quanto più l'uomo si avvicina al mistero enorme di Dio tanto più l'essere umano si sente colto di sorpresa. Se questo esempio può reggere allora diciamo che con Dio accade lo stesso che con i grattacieli di New York. Da lontano sembrano piccoli, man mano che ci avviciniamo al nuovo “Freedom Tower” percepiamo meglio l'altezza dell'edificio più alto di New York e salendo verso l'ultimo piano ci rendiamo conto della bellezza di Manhattan e dintorni.

In questa situazione si è trovata Maria e dalla prospettiva della fede ha dovuto vivere la bellezza della sua grande maternità divina.

 

Perciò ha avuto bisogno di ratificare il suo "Avvenga" iniziale. Immersa in molti interrogativi, capendo ben poco di ciò che stava per accadere, Maria è stato un efficace strumento di Dio per fare conoscere Suo Figlio alla storia e all'umanità.

 

Tutto questo fa più grande Maria e la rende più vicina a noi come modello di fede per la Chiesa peregrina nel mondo.

 

Ma noi, al contrario di Maria, abbiamo bisogno di credere e con fermezza in modo da raggiungere la maturità di una fede adulta perché quella infantile resta tale per tutta la vita.

 

Nostro dovere, ma, anche, nostro diritto è approfondire, studiare la fede cristiana, non per razionalizzarla, ma per fortificarla con l'aiuto della grazia di Dio e dello Spirito Santo.

 

"Credere ad occhi chiusi", così come si diceva una volta, non basta più. Con i tempi moderni più si è intelligenti più si è ignoranti e l'ignoranza religiosa è sempre di più un serio peccato del cristiano.

 

Dato che la fede è un dono di Dio, dobbiamo chiedere al Bambin Gesù, che deve  nascere tra cinque giorni, un bel regalo di Natale, che non ha bisogno di essere incartato perché non si compra nei negozi, ma consegnato comunque al cuore di ognuno di noi: una fede sempre più grande e più personale per affrontare con grande serenità e misericordia le nostre quotidiane problematiche.

 

Su esempio e per intercessione di Maria, madre di tutte le madri, ripetiamo ogni giorno la preghiera degli Apostoli: "Signore, aumenta la nostra fede!".

 

 

La Liturgia di Domenica 23 Dicembre 2018, IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

 

 

Vangelo
(Lc 1,39-45)
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
 

 

 Dal Vangelo secondo  Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
 

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» New York, La Liturgia di Domenica 23 Dicembre 2018, IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

 

e-mail: VJIM19@aol.com

Home