Tutto
quello che il Padre possiede è mio;
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di Vincenzo La Gamba
DOMENICA 16 Giugno, 2019 - SS.ma Trinità
Non ci sono, per raccontare la Trinità, parole migliori dei tre linguaggi che le letture di oggi usano: la poesia, il cuore pieno, la ricerca.
La poesia del libro dei Proverbi: parlare di Dio attraverso il miracolo delle cose e della loro origine, attraverso la Sapienza di Dio.
Poi il "cuore pieno" di Paolo, passione e speranza. Paolo racconta di un Dio che riempie il cuore: «l'amore è stato riversato nei vostri cuori».
Infine Gesù, rivelazione e ricerca insieme, che non definisce tutto ma che invece di dire tutto, promette un lungo corroborante cammino, una ricerca e una guida: «lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera».
La Chiesa ci insegna che la Santissima Trinità é e resta un mistero anche se teologicamente spiegabile. Ma é davvero difficile spiegare questo mistero? Ed é vero che si deve solamente avere fede per capirlo e basta? Perché Dio é Uno e Trino? Direi che queste sono tre domande molto legittime.
Cercherò di rendere “Il mistero" meno teologico, ma molto più pratico, riferendomi appunto all'aneddoto secondo cui Padre Pio confessò una ragazza di nome Giovanna Rizzani nella Basilica di San Pietro nell'estate del 1922, mentre egli era, di fatto, a San Giovanni Rotondo. Ricordo a voi fratelli e sorelle in Cristo che oggi ricorre pure la canonizzaione di Padre Pio, quando infatti il defunto Giovanni Paolo II lo dichiaro' Santo in una giornata afosa e caldissima di Giugno. Il frate di San Giovanni Rotondo era (finalmente aggiungiamo noi) divenuto Santo dopo le peripezie ed ostacoli del Vativano, durati oltre 40 anni, lui che Santo era fin dalla nascita. Padre Pio aveva, tra le altre cose, il dono della bi-locazione. Per virtù di essa Padre Pio, allora giovane Cappuccino, incontrò Giovanna, che senza sapere chi fosse, domandò al frate: "Padre, non sono venuta per confessarmi, ma per essere illuminata dai tanti dubbi di fede che mi tormentano. Specialmente quello del mistero della Santissima Trinità".
Il Padre delle stimmate le rispose: "Figlia mia, é molto difficile spiegare i misteri, proprio perché sono misteri. Noi non possiamo comprenderli con la nostra piccola intelligenza". Comunicò però a Giovanna il grande "mistero" in una maniera (direi molto) "casalinga".
"Prendi ad esempio una massaia - esordì Padre Pio -. Cosa fa una massaia per fare il pane? Prende la farina, il lievito e l' acqua, tre elementi distinti tra di loro. La farina non é lievito, né acqua. Il lievito non é farina, né acqua. L' acqua non é né farina, né lievito. Ammassandoli insieme i tre elementi, distinti l'uno dall'altro formano una sola sostanza. Con questa pasta fai tre pani, che hanno la stessa ed identica sostanza, ma sono distinti nella forma l'uno dall'altro. Da questa similitudine portiamoci a Dio - proseguì Padre Pio -. Dio é Uno nella Natura, Trino nelle Persone, uguali e distinte l'Una dall' Altra. Di conseguenza il Padre non é il Figlio né lo Spirito Santo. Il Figlio non é il Padre né lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo non é il Padre né il Figlio. Adesso seguimi bene - continuò Padre Pio - Il Padre genera il Figlio; il Figlio é generato dal Padre; lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio: sono, comunque, tre persone uguali e distinte ma soprattutto un solo Dio: perché unica ed identica é la natura divina".
Detto questo, Giovanna trovò esauriente la risposta di Padre Pio, capendo che Dio Padre ci ha creati; Dio Figlio ci ha redenti e Dio Spirito Santo ci ha santificati. La Trinità rimane sempre il mistero dei misteri, anche se raccontato da Padre Pio é più "casalingo" che teologico! Però fa senso!
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La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà» New York, La Liturgia di Domenica 16 Giugno 2019, SANTISSIMA TRINITA' (ANNO C)
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