Prese
la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. |
|
|
di Vincenzo La Gamba
DOMENICA 30 Giugno, 2016 - XIII.ma empo Ordinario Il Vangelo di Luca é noto per avere una struttura del tutto originale e a partire da questa domenica inizia il cosiddetto "inserto Lucano", dieci capitoli in cui l' Evangelista Luca parla di un lungo viaggio che Gesù compie verso Gerusalemme.
É il solo degli Evangelisti che parla di Gesù, incamminatosi in un viaggio senza ritorno in cui avvengono tre cose: la Passione, Morte e Risurrezione. C'é qualcosa di più in questo brano evangelico che fa riflettere. Si nota in questo vangelo domenicale che Gesù é "rifiutato" ed "allontanato" da parte di quelli per i quali donerà la Sua vita.
Parallelamente sono soli pochi coloro i quali seguono Gesù' verso Gerusalemme: i Suoi discepoli. Ma era scontato, non é vero? Per la sola ragione che Gesù (nel vangelo della scorsa domenica) aveva detto ai discepoli : " ... bisogna rinnegare se stessi e prendere la croce..." (Lc 9, 23). Cosa e' quindi il significato di essere un discepolo di Gesù' al giorno d' oggi?
Il vero discepolo di Gesu', allora come oggi, e' uno che sa che la scelta del Vangelo è – appunto – una scelta, uno che sa valutare il fallimento del proprio annuncio nella paziente logica del Vangelo.
Lo sconcertante episodio introduttivo del Vangelo ci dice che non basta una bella esperienza di fede per avere un cuore convertito, né un'intensa vita di preghiera per non cadere nel rischio di fanatismo e di intolleranza.
Molte volte misuriamo la nostra pastorale dai risultati. Animo, cari amici fedeli , se gli sforzi non sono capiti. Coraggio diciamo agli educatori e catechisti, se il vostro umile servizio e fedele non è apprezzato.
La logica del Regno è in questa sconfinata fede che, davvero, ci fa credere che Dio solo suscita la fede. Il discepolo dimora nella pace, perché sa che è il Maestro che annuncia e conosce, e noi a corrergli dietro...
Il discepolo non cerca Dio per placare la propria insicurezza. C'e' di più : lla maggioranza dei fedeli si rivolge a Dio solo per avere certezze. Ne fanno della propria fede una cuccia, un nido. Sono spaventati dal "mondo", che vedono sempre come un luogo pieno di pericoli, non escono dalla propria parrocchia, dal proprio movimento, perché intimoriti da una logica anti-evangelica che non riescono ad accogliere con serenità e criticità. Il discepolo che segue il Signore della vita chiede di ridimensionare anche i rapporti famigliari, nella logica del Vangelo, sapendo che anche l'amore più assoluto, più intenso è sempre e solo penultimo rispetto alla totalità assoluta di Dio.
Perciò abbandona i sentimenti e le relazioni all'apparenza splendide ma che, a volte, nascondono ambiguità e schiavitù.
Non basta avere generato un bambino per essere padre, non basta allattare un neonato per essere madre. Gesù sa che i rapporti di discepolato, talora, sono più intensi e veri degli stanchi rapporti famigliari.
Il discepolo che segue Gesù, sempre proteso al futuro, non resta inchiodato al proprio passato, non resta tassellato alle proprie abitudini, non si nasconde dietro il "si è sempre fatto così", guarda avanti, punta la fine del campo, è più attento a tenere in profondità l'aratro, che a verificare ciò che ha fatto, voltandosi indietro.
Troppe volte le nostre comunità religiose sono più preoccupate a conservare, che a far vivere il Vangelo.
Inquietante, vero?
|
|
La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada» New York, La Liturgia di Domenica 30 Giugno 2019, XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
e-mail: VJIM19@aol.com |
|